La scommessa del General Manager Agostino Apolito è di trasformare l’Associazione in una piattaforma di lavoro e di scambio tra i produttori di tecnologia e i loro clienti
Da gennaio 2024 Agostino Apolito è il nuovo direttore generale di Assomac, l’Associazione nazionale che aggrega e rappresenta i costruttori italiani di tecnologie per calzature, pelletteria e conceria. Con un background consolidato in Confindustria Firenze, dove ha acquisito competenze trasversali che lo hanno portato alla vicedirezione dell’ente toscano nel 2016, Agostino Apolito ha raccolto il testimone da Roberto Vago.
Lo abbiamo incontrato a Vigevano nella sede di Assomac per comprendere nel dettaglio i punti chiave del suo ruolo strategico di supporto alla presidenza nel sostenere gli interessi delle imprese associate e promuovere la loro attività a livello globale. “Crediamo molto nella nostra funzione anche di divulgatori. Saper raccontare bene chi siamo, cosa facciamo e come lo facciamo, partendo dai contenuti, è la sfida che mi sono dato”.
Agostino Apolito, quali sono gli insegnamenti trasmessi dalla sua precedente carriera dirigenziale in Confindustria Firenze? Esiste un filo conduttore che accumuna i ruoli e le responsabilità da lei assunti nell’esercizio delle due diverse attività?
“Raccolgo il testimone dal nostro direttore ‘emerito’, come lo definisco io, un chimico prestato alla meccanica che ora potrà godersi la meritata pensione. Durante il mio percorso professionale in Confindustria Firenze durato 27 anni ho lavorato su più aspetti: orientamento, assistenza e supporto alle aziende su finanza e diritto d’impresa, governance, internazionalizzazione, innovazione, politiche di investimento e strategie di aggregazione. In un mondo composto da 1.800 PMI associate, suddivise inizialmente in 19 e poi in 13 sezioni merceologiche, ho appreso l’importanza del dialogo con le imprese. Negli ultimi 12 anni ho raccolto la sfida lanciata da Gianfranco Lotti di BMB (Bottega Manifatturiera Borse), presidente della sezione pelletteria, di dedicarmi a uno dei comparti di maggiore importanza del business della moda. È scoccata la scintilla e ho incominciato a lavorare a contatto diretto con la filiera e i brand del settore, occupandomi di organizzazione dei processi produttivi, reti d’impresa, degli aspetti relativi al rapporto tra fornitori/subfornitori e committenti, costo/minuto, tutte problematiche di forte impatto sui lavoratori e sul prodotto. Questa è stata la liaison che mi ha portato, in seguito a un colloquio intercorso con la presidente Assomac MaVi Brustia, a decidere di rimettermi in gioco, accettando di diventare responsabile di un’associazione nazionale piccola nel numero degli associati, ma grande dal punto di vista del valore che porta ai nostri distretti attraverso una filiera che vale circa 30 miliardi di euro”.
Quali sono i punti chiave del suo lavoro in qualità di direttore generale di Assomac?
“Intanto gli obiettivi di un direttore sono legati a quelli di una presidenza. Siamo prossimi alla fase di apertura delle nuove candidature. Non ritengo tuttavia che ci saranno degli sconvolgimenti. L’attuale presidenza ha impostato un percorso di continuità nei programmi, c’è una visione di lungo termine alla quale il team di Assomac deve prestare servizio. Sono sostanzialmente tre i punti per noi fondamentali.
Il primo è quello di essere più vicini al cliente. Dobbiamo cercare il contatto diretto con i nostri interlocutori (ovvero le imprese che realizzano il semilavorato o i prodotti finiti) trovando le occasioni per lavorare su progetti comuni.
Poi attivare iniziative di comunicazione e promozione sui temi emergenti della sostenibilità e della digitalizzazione.
Infine calarci nel ruolo di associazione di opinione, dove si possano rappresentare gli interessi delle nostre imprese associate nel modo più congruente e organico possibile, aprendo l’interlocuzione istituzionale”.
Non a caso siete diventati soci di IT-EX.
“Promossa da Fondazione FieraMilano e da 14 soci costituenti, la nuova associazione delle fiere internazionali italiane ha come principali obiettivi il supporto all’internazionalizzazione e la promozione del sistema fieristico italiano come asset fondamentale per lo sviluppo delle imprese. IT-EX intende rispondere concretamente alla vocazione internazionale delle aziende italiane attraverso politiche industriali che favoriscano l’export e lo sviluppo delle fiere in termini di attrattività, organizzazione e offerta. Assomac si apre dunque a tutta una serie di azioni che la calano nell’ambito di un mondo vorticoso come quello della moda, con una visione di lungo termine sul valore e l’importanza delle manifestazioni fieristiche nella promozione del made in Italy a livello globale”.
Quest’anno si festeggia la 50esima edizione di Simac Tanning Tech. Quali sono le nuove ambizioni della fiera e in che modo intendete valorizzarla?
“Siamo pronti a celebrare i cinquant’anni di Simac con un’edizione speciale, ricca di iniziative. Innanzitutto agli associati e ai nostri principali stakeholder sarà dedicato un evento serale su invito il giorno 18, in cui presenteremo loro uno scenario relativo alla trasformazione geopolitica del mondo della moda e a come il sistema moda stia cambiando all’interno delle complessità che stiamo vivendo. Nell’ambito del padiglione 18 organizzeremo una mostra sull’evoluzione della tecnologia e della filiera il cui rendering ha via via subito un upgrade rispetto all’idea iniziale. Allestiremo una sorta di luogo franco dove prodotto finito, semilavorato e tecnologie si incontrano al fine di mostrare l’utilizzo dei macchinari nella realizzazione di alcuni accessori iconici.
L’elemento ‘in più’ della manifestazione sarà legato al progetto con The European House-Ambrosetti organizzato per affrontare temi e iniziative capaci di anticipare le esigenze dei clienti e accrescere ulteriormente il valore del made in Italy nel mondo. Il giorno 17 presenteremo insieme con i nostri associati le innovazioni accolte all’interno della fiera attraverso un percorso di avvicinamento e di studio realizzato con la collaborazione di oltre una ventina di brand, al fine di esibire al meglio il valore offerto. Il Simac Tanning Tech – punto di riferimento per il settore con una visibilità anche al di fuori dell’Associazione – ha sempre ospitato sotto un unico ombrello realtà differenti tra loro, ora invece stiamo cercando di affinare meglio l’intera proposta, valorizzando le differenze per offrire ai nostri espositori, oltre 270 tra italiani e stranieri, una rassegna più qualificata e con opportunità differenziate. L’obiettivo è quello di raggiungere una partecipazione estera di visitatori in target almeno del 40% sul totale delle presenze. Ci riteniamo dei player preparati: presidiamo da sempre il mercato della tecnologia della concia con più del 50% delle quote di mercato, in progressiva decrescita la parte relativa alla calzatura con il 10%, mentre con la tecnologia per la pelletteria siamo intorno al 21-22%.
La sfida più urgente di Assomac è quella di creare le condizioni perché si lavori realmente in filiera, secondo una logica di vicinanza al cliente. Non è un caso che l’assemblea generale 2023 dell’Associazione sia stata intitolata ‘Co-progettare la manifattura del futuro. Tecnologie per le nuove filiere’: l’obiettivo è fare la nostra parte in modo ancora più collaborativo nelle filiere, proponendo integrazioni avanzate nei processi produttivi”.
L’obiettivo è dunque sottolineare l’importanza di consolidare l’implementazione delle tecnologie innovative nelle filiere produttive a partire dal settore moda?
“La nostra scommessa è pensare tutti insieme a un nuovo processo produttivo o a migliorare quel dato processo per far sì che tecnologia, uomo e obiettivi del management convergano sulle tematiche individuate. Nella Transizione 5.0 l’uomo è al centro nel dialogo con la macchina, dove nell’Industria 4.0 il dialogo era tra macchina e macchina. La versione 5.0, secondo la visione della UE, completa il paradigma 4.0 evidenziando la ricerca e l’innovazione come motori per un’evoluzione verso un’industria europea sostenibile, centrata sull’uomo e resiliente. Il passo successivo attuato dal piano 5.0 consiste nello sfruttare la collaborazione tra macchinari sempre più potenti e precisi, e il potenziale creativo unico dell’essere umano. Ecco perché uno degli interventi importanti che il ministero prevede è proprio quello sulla formazione continua degli operatori, e questo combacia perfettamente con un altro dei nostri obiettivi che è proprio quello di implementare costantemente la formazione del personale delle aziende”.
Veniamo invece al tema delle nuove professioni richieste dal settore. Lei dovrà occuparsi di formazione, con lo sviluppo di partnership con gli ITS. Come avvicinare i giovani a questo mondo?
“Quello della formazione partendo dalle scuole superiori o di specializzazione post diploma è una difficoltà appurata, ma anche un’opportunità. Un modo per rendere più spendibile agli occhi dei giovani la conoscenza del mondo delle tecnologie è connettere quest’ultimo alla filiera della moda, creando un ecosistema che sia a valore aggiunto per tutti. Federmacchine, insieme con Assomac e le sue associate, ha organizzato lo scorso aprile un evento rivolto agli ITS, istituti tecnici e licei, dal titolo ‘Giovani protagonisti con il machinery made in Italy’, volto a spiegare agli studenti contenuti e valore dell’industria italiana del bene strumentale insieme con le opportunità di crescita professionale e realizzazione personale offerte dalle aziende del comparto. Per far comprendere come la tecnologia stia cambiando le fabbriche e il lavoro nell’industria manifatturiera, siamo ‘entrati’ in azienda e nelle funzionalità del macchinario attraverso l’uso di visori 3D. Per il momento abbiamo compiuto il primo step, ma il progetto sarà via via implementato e portato in giro per le scuole al fine di rappresentare e narrare nel modo corretto la vera essenza di un’azienda. Stiamo puntando molto anche sui nostri centri tecnologici all’estero in Vietnam, in India, in Pakistan affinché diventino un motore propulsivo delle nuove tecnologie. Ovviamente operiamo in collaborazione con le associazioni degli imprenditori locali e con il supporto dell’ICE. Esistono dei paesi ‘sentinella’ sull’andamento del mercato, come il Vietnam e l’Indonesia, che dobbiamo assolutamente presidiare. Il team di Assomac è sempre in giro per le fiere, per promuovere la tecnologia italiana e i nostri brand”.
Agostino Apolito, nuovo direttore Assomac presso la sede di Vigevano dell’Associazione composta da 137 aziende specializzate nella produzione di macchine e tecnologie per la calzatura, la pelletteria e la concia