Blueitaly™ come Blue Economy. Il progetto made in Italy di Cinzia Di Zio punta tutto su valori etici e sociali, dando vita a collezioni sostenibili espressione di grande ricerca, creatività e know-how
Solare, caparbia, intraprendente. È la fotografia di Cinzia Di Zio scattata all’ultima edizione di Lineapelle, dove la titolare e direttrice creativa di Blueitaly™ – azienda fondata nel 2013 a Montesilvano (PE) nel settore delle lavorazioni speciali di tessuti, pellami e materie plastiche in genere – è giunta indossando la sua personale interpretazione della pelle. L’idea, declinata in sei proposte di abiti diversi che Cinzia e la sua collaboratrice Regina Nardini hanno vestito durante i tre giorni di manifestazione, esprime studio, ricerca, creatività e know-how. Come del resto l’intera collezione esposta, un inno al prodotto must di Lineapelle: la pelle nelle sue infinite sfaccettature. Ecco cosa ci racconta l’imprenditrice abruzzese, una donna fortemente legata alla sua terra e alle sue tradizioni, ma con una visione proiettata verso un futuro di nuove opportunità.
Cinzia Di Zio, a Lineapelle si è espressa attraverso la pelle, interpretandola e indossandola in maniera del tutto originale!
“Ritengo sia stata un’idea accattivante per ispirare e per raccontare ciò che sappiamo fare coniugando fantasia e competenza. Devo ammettere che i sei abiti espressione di altrettanti concept diversi si sono rivelati estremamente comodi: tagliati al vivo, leggeri, spalmati con una microfibra traspirante. Hanno certamente catturato l’attenzione degli operatori del settore”.
Come è scaturita l’idea alla base della nascita di Blueitaly™ nel 2013?
“Abbinando l’utilizzo della tecnologia all’artigianalità. Per mantenere il made in Italy in Italia non possiamo avvalerci esclusivamente della tecnologia, perché l’estero detiene una forza economica maggiore nell’affrontare le lavorazioni totalmente meccaniche. Il know-how italiano non è altro che artigianalità e creatività, ovvero tutto ciò che io definisco ‘variabile’. L’arte, la creatività, l’artigianalità non rappresentano che la parte variabile di quello che le macchine sono in grado di realizzare. Se riesco a dosare standardizzazione dei processi tecnologici e lavorazione manuale o artigianale, sono capace di creare un articolo sempre diverso, unico, leggermente imperfetto ma vivo, bisognoso di cura. E il cliente che acquista un prodotto dotato di spirito, dalla veste artigianale, ne avrà più riguardo, lo terrà con sé più a lungo nel tempo”.
Ne consegue pertanto anche un discorso di sostenibilità.
“Certamente, l’accessorio curato e preservato è un prodotto che non si butta, che riduce il problema dello smaltimento, che non inquina.
Lo stesso nome Blueitaly™ rimanda alla Blue Economy, un modello di economia a livello globale dedicato alla creazione di un ecosistema sostenibile incentrato sul recupero di tutto ciò che è riutilizzabile, quindi materiali, strutture e manodopera già disponibili sul territorio. Il marchio Industrial Waste™ da noi registrato ci consente di reimpiegare i nostri scarti industriali nella creazione di nuovi prodotti. Ma non si tratta solo di questo. La Blue Economy è per noi un modello concettuale di vita. La nuova sede produttiva di oltre 3.000 metri quadrati inaugurata di recente rappresenta un grosso intervento di recupero edilizio di una struttura in decadenza in prossimità del centro di Pescara: abbiamo preferito investire sul territorio anziché costruire uno stabilimento da zero in un’area industriale alla periferia della città, con tutte le complessità che questo avrebbe comportato. Abbiamo scelto un’operazione sostenibile attraverso la quale, oltre a dare un valore aggiunto al territorio, ci siamo assicurati l’indotto, con una filiera più corta possibile e dipendenti (l’80% donne) facilitati nel raggiungere il posto di lavoro”.
Quali materiali avete proposto in fiera?
“Ovviamente il prodotto must di Lineapelle, quindi pellami e materiali plastici per accessori. Anche se siamo nati come azienda specializzata nella nobilitazione di tessuti per l’abbigliamento, che rappresentano tuttora il nostro core business. La tecnologia 4.0 ci consente di lavorare l’intera gamma di materie prime disponibili sul mercato, pertanto il prossimo step riguarda il settore dell’arredamento e del design. Già affrontato in maniera sperimentale in collaborazione con alcuni stilisti, ora rappresenta il nostro futuro. Abbiamo partecipato a Lineapelle, Milano Unica, Première Vision, Munich Fabric Start, l’obiettivo adesso è quello di presentare una nostra collezione alle principali fiere del settore dell’arredamento e del design. Un mondo che vorrei affrontare con la collaborazione di mia figlia, Cloe Carinci, futura architetta”.
Quali sono le fondamenta di una simile visione del futuro?
“Sono figlia di imprenditori, mio padre era titolare di un’azienda di produzione di macchinari per l’industria tessile. Dall’età di sei anni amavo aggirarmi per le sue officine: l’odore dell’olio delle macchine, delle cinghie di trasmissione, dei cuscinetti… sono sensazioni che ti accompagnano per una vita intera. Ma era un mondo che non mi apparteneva, vendere macchine costituiva un’attività troppo ‘fredda’ per la mia indole creativa. Invece col tempo ho scoperto che la conoscenza dei macchinari e della relativa accessoristica abbinata alla mia creatività poteva aprirmi nuove porte. Così come la laurea in Economia e Commercio. L’arte è un dono, non avevo la necessità di impararla a scuola, mentre gli studi economico-commerciali sono stati anch’essi il segreto del mio successo, perché un’azienda non vive solo di creatività e visione. Oggi posso definirmi un’imprenditrice a tutto tondo, che è stata capace di far crescere ed emergere la propria azienda attraverso lavorazioni creative e sostenibili, in grado di calcare le più importanti passerelle del lusso”.
Francesca Camnasio
Cinzia Di Zio (a sinistra) con la sua collaboratrice Regina Nardini presso lo stand di Blueitaly™ a Lineapelle 102
Alcune proposte stilistiche presentate a Lineapelle 102, sinonimo di creatività, ricerca e innovazione