Al Simac Tanning Tech, in fiera a Milano, l’azienda di Castelfranco di Sotto (Pisa) ha proseguito nel presentare la propria tecnologia basata su logiche di sostenibilità sociale ed ambientale: una scelta che si conferma valida
Squadra che vince non si cambia. Così come la strategia “green”, già capace di imporsi nel mercato italiano e mondiale. Non è dunque una novità che anche nell’edizione 2024 la Dermacolor srl di Castelfranco di Sotto (Pisa), specializzata nella progettazione e realizzazione di prodotti chimici per la lavorazione del pellame, sia per la fase umida che per quella di rifinizione, abbia deciso di presentare nuovamente il suo “cavallo di battaglia” rappresentato dalla propria tecnologia, basata su logiche di sostenibilità sociale ed ambientale: una scelta fatta diversi anni fa e che nel tempo si è confermata vincente. “Abbiamo ulteriormente implementato il nostro progetto primario, su cui lavoriamo da anni – ci ha precisato all’interno dello stand Andrea Meucci, Technical Manager di Dermacolor – chiamato Future White, che è il sistema per le concerie che vogliono ottenere le certificazioni “biodegradable leather” in acque reflue e compost. E’ il punto di partenza per ottenere una pelle biodegradabile e compostabile, ma anche la soluzione più ecologica per immagazzinare le pelli e renderle non più deperibili, senza bisogno di ricorrere a cromo, glutaraldeide e altre sostanze chimiche aggressive. Si tratta di un progetto, sul quale abbiamo investito molto, che prevede un sistema di conciatura certificato, al quale quest’anno abbiamo aggiunto anche una rifinizione completamente biodegradabile, certificata, grazie ad un’azienda con la quale collaboriamo e della quale abbiamo la rivendita per l’area della Toscana che è un’azienda americana. Quest’anno l’abbiamo pubblicizzata qui in Fiera, presentando al pubblico vari articoli, comprese anche delle scarpe, che stanno registrando grande successo”. “Le capacità di questi prodotti di rifinizione – precisa Meucci – riescono a conferire un sistema biodegradabile, esente da isocianati nel sistema di rifinizione e una notevole migliorazione degli sfregamenti, quindi un ottimo sistema fissativo e una migliore qualità. Spesso negli anni scorsi, parlando di biodegradabilità, si doveva rinunciare alle performance, mentre adesso, con questa nuova tecnologia, possiamo dire di aver raggiunto l’importante obiettivo di un risultato eccellente dal punto di vista del rendimento finale. Il mercato lo sta apprezzando, così pure gli enti locali: alcune industrie stanno investendo nel ritiro degli scarti, delle rasature e dei rifili dei pellami conciati, che possono essere conferiti direttamente al compostaggio. In altre parole non si butta via nulla, quello che una volta identificavamo come rifiuto, adesso è diventata materia prima”.
All’interno dello stesso stand abbiamo incontrato Valentina Palagini, General Manager di Dermacolor, che ha affermato che “sulla strada intrapresa nell’ambito della sostenibilità indietro non si torna, le concerie sono sempre più interessate al cambiamento, anche se poi alla fine rimane la difficoltà del prezzo più alto rispetto al prodotto normale, in questo periodo anche un risparmio minimo rischia di fare la differenza”. Positivo il bilancio di questa edizione del Simac Tanning Tech. “Alla fine possiamo ritenerci contenti e soddisfatti – ha concluso – nei tre giorni di apertura c’è stato molto movimento, qui in fiera erano presenti anche i nostri agenti, questo ha favorito l’incontro con gli operatori stranieri. Forse è rimasta bassa la percentuale degli asiatici, qualche settimana prima di Milano c’è stata una rassegna internazionale simile a Shanghai, sicuramente date così ravvicinate finiscono con il penalizzare quella italiana. Noi sul mercato internazionale continuiamo a credere e a puntare, anche quest’anno siamo in crescita e abbiamo raggiunto il 30% di quota export. Da febbraio abbiamo assunto in azienda una nuova figura che si occupa del settore commerciale e dello sviluppo estero in tutti i mercati mondiali, con lui proveremo ad incrementare ancora, d’altronde al di fuori dell’Italia esistono maggiori prospettive che non nel mercato nazionale”.
