
DOGI INTERNATIONAL, azienda di Chiampo (Vicenza), si conferma leader a livello italiano ed internazionale. E ora è pronta per le nuove sfide del mercato, che affronterà con strategie vincenti
Le nuove sfide del mercato, attese nel 2021 e negli anni successivi, sono dietro l’angolo. E la DOGI INTERNATIONAL, specializzata nella lavorazione di pellami di alta fascia, ha già individuato le strategie per continuare ad affermarsi sul mercato italiano ed internazionale, a cominciare dal percorso creativo, prerogativa ormai fondamentale per garantire alla propria clientela nuove idee.
Giancarlo Domirti
L’azienda di Chiampo (Vicenza), che fornisce pelli per i settori abbigliamento, oggettistica, jeans, accessori, pelletteria, rilegatoria, e motociclismo, ha una storia relativamente recente, essendo stata fondata nel 2011, ma che affonda le proprie radici in una storia di competenze trentennali, in virtù di esperienze precedenti di Giancarlo Domirti nel settore della pelle. Partita dalla rifinizione e dal commercio di pellami finiti d’alto pregio con particolari caratteristiche lavorazioni manuali, la DOGI INTERNATIONAL si è affermata e specializzata nel corso degli anni in differenti lavorazioni, alcune delle quali brevettate, molto apprezzate da una particolare nicchia di clienti, comprendenti anche le più importanti griffe e marchi a livello mondiale.
La vera svolta è avvenuta dal 2014, anno in cui è aumentato considerevolmente il numero degli articoli con l’ingresso nei settori pelletteria e calzatura, mentre contemporaneamente l’industria veneta ha introdotto un nuovissimo sistema di rifinizione a mano che nobilita le pelli rendendole esclusive: una scelta strategica quella di abbandonare il prodotto della fascia economica per rivolgersi al mercato del lusso, passando dalla produzione seriale che punta sui volumi a quella che investe sul recupero della manualità e della creatività.
Per un’industria come la DOGI INTERNATIONAL che vanta indubbie capacità produttive, di qualità e di alte tecnologie risulta fondamentale il percorso creativo, che si può identificare pienamente nel modo di pensare e agire del titolare Giancarlo Domirti, personaggio eclettico amante delle cose belle che da sempre vanta un certo istinto legato alla creatività, che lo porta sempre a spingersi oltre ed ottenere brillanti risultati a livello imprenditoriale. “Fa un certo piacere – spiega Domirti, che abbiamo incontrato in azienda nella seconda metà di novembre – ricevere lo stimolo del cliente, anche se magari chiede una cosa all’apparenza assurda e improponibile. Ma poi la stessa richiesta, magari dopo averla metabolizzata, ti fa venire l’idea di elaborarla o di cercare di interpretare quanto colui che era di fronte a te, tra opinioni e pareri, ti aveva proposto. Alla fine nel cercare di tradurre il tutto, si finisce con il trasferire l’idea sulla pelle. E così capita che venga fuori qualcosa che non c’entra niente, ma alla fine è stratosfericamente interessante o quantomeno provocatorio”.
Lo stesso titolare della DOGI INTERNATIONAL ammette che “tante idee non vanno in produzione, magari perché sono troppo avanti, ma comunque restano lì e magari a distanza di 2-3 anni vengano nuovamente apprezzate. Sicuramente tutto questo confronto continuo serve a creare un’atmosfera di creatività e a stimolare le idee. In qualche modo lo possiamo definire un “brainstorming”, costituito dalle idee che coloro con cui ti confronti ti possono dare. In qualche modo è paragonabile con il comportamento di certi stilisti che per ispirarsi entrano nei negozi di giocattoli, di tessuti o di scarpe e magari alla fine tirano fuori l’idea da un mattone, notato ad esempio all’interno di una sala di cartongessi. Alle volte può bastare addirittura un sassolino per terra, magari appoggiato ad una foglia ma capace di creare una fantasia solamente perchè ti fa venire in mente un abbinamento colori, che non avresti mai immaginato. Molto spesso certi stridori di combinazioni non avresti mai avuto il coraggio di metterli insieme”.
“La ricerca di ispirazione – continua – viene da tutto quello che ci sta attorno, basta stare attenti e alle volte si rimane affascinati dalle piccole cose. Più di una volta ho raccolto da terra una foglia secca o un pezzo di carta, magari gettato via da qualcuno, e me lo sono messo in tasca, in quanto mi dava uno stimolo. Poi lo appoggiavo sulla scrivania, cercando prima o dopo di trasformarlo in un’idea, giusto per dire “adesso so come fare” per replicarlo e vederlo come diventa sulla pelle. Magari alla fine è una cosa che non si tramuta in qualcosa di pratico, ma sono tutti esercizi che ti tengono aperta la mente e la creatività. La verità è che non si possono fare le magie nello stile, ormai abbiamo visto tutto: tuttavia ci sono piccole sfaccettature che sembrano cose semplici ma in realtà arrivano dopo un lungo ed elaborato studio di esperienza che, una volta realizzate, creano delle emozioni”.
“La mia azienda – precisa Domirti – si è sempre posta l’obiettivo di produrre pelli completamente artigianali, dotate di un’altissima tecnica di lavorazione. Per questo sin dalla fondazione la mission è stata la ricerca continua di nuove tecnologie e il miglioramento della resa tra qualità e prezzo. La nostra grande sfida è soddisfare il mondo della moda e le concerie più esigenti che non si accontentano di articoli standard ma sono sempre alla ricerca di quel qualcosa in più capace di contraddistinguerli. Il cliente che si rivolge a noi trova una grande attenzione alle sue esigenze e una “squadra”, capace di concentrarsi esclusivamente nello sviluppare e interpretare le richieste. Questo comporta ricerche e particolari applicazioni, che rappresentano la nostra forza, che ci viene riconosciuta e di cui andiamo orgogliosi: negli anni il nostro team interno è cresciuto, rispondendo via via alle nuove e più esigenti richieste del mercato”.
Sull’importanza della pelle, anche a livello storico, il titolare della DOGI INTERNATIONAL è sicuro “che l’uomo ha ottenuto il progresso grazie alla pelle. Basti pensare che una volta i mulini ad acqua, che macinavano la farina, avevano gli ingranaggi di legno, che però si rompevano con frequenza. Non a caso le prime macchine industriali vennero dotate di motori elettrici con una cinghia di cuoio che faceva girare ruote, ingranaggi e pulegge: ci sono foto e disegni antichi in cui si intuisce quanto questi componenti in cuoio siano diventate strategiche nel progresso e nel processo di industrializzazione. Il cuoio fa parte della storia dell’uomo sin dagli albori della civiltà, sono i primi vestiti dell’uomo e il cuoio ha vestito i piedi degli antichi romani con soluzione di continuità fino ai giorni nostri. È inoltre il prodotto di abbigliamento con il minor impatto sull’ambiente esistente in quanto sottoprodotto di un’industria industria alimentare indispensabile per l’uomo”.
www.dogiinternational.com