Bergi, grandi novità nel 60° anno di fondazione

La Bergi di Arzignano, leader nella produzione di macchine per il settore conciario, festeggia nel 2025 lo storico traguardo, durante il quale saranno presentati nuovi macchinari che andranno ad arricchire la gamma

È un anno importante, caratterizzato dal traguardo storico del 60° di fondazione, quello che festeggerà nel 2025 la Bergi di Arzignano, leader nel settore progettazione, costruzione e vendita di macchinari e attrezzature per l’industria conciaria. Venne infatti fondata nel 1965 da Giovanni Bergozza, scomparso nel 2018, che negli anni precedenti aveva passato il testimone ai tre figli, ora alla guida della società: Mauro, attuale Ceo e amministratore unico, socio assieme ai fratelli Alberto e Federico. Una bella storia imprenditoriale ma anche familiare visto che dello staff fanno parte i due figli di Mauro, Nicola e Leonardo, che rappresentano dunque la terza generazione. Tuttavia quello in corso sarà un anno importante anche per le novità che il marchio Bergi avrà modo di presentare al mercato italiano e mondiale. “Per festeggiare il 60° anniversario – l’anticipazione di Mauro Bergozza, che abbiamo intervistato in sede ad inizio maggio – in occasione del salone Simac Tanning Tech, in fiera a Milano dal 23 al 25 settembre, porteremo le macchine con la nuova colorazione che rappresenterà il futuro della Bergi”. “Sui progetti in corso – ha poi aggiunto il Ceo dell’azienda – quest’anno ci stiamo concentrando su specifici modelli di macchine, per articoli particolari. Per esempio, abbiamo sviluppato una depolveratrice per pelli morbide con depressione completamente computerizzata. Dal pannello comandi possiamo gestire oltre alla velocità di lavoro, la variazione di pressione del soffio delle lame d’aria per rimuovere la polvere dalle pelli e alla variazione della portata d’aria in aspirazione per estrarre la polvere e mandarla al collettore polveri. Inoltre, per le pelli molto morbide, possiamo controllare l’altezza delle cappe di depressione, cioè lo spessore di lavoro e la potenza di depressione per trattenere le pelli aderenti al tappeto di trasporto perché queste non si arrotolino o si pieghino al passaggio sotto la turbolenza dell’aria creata dalle testate soffianti/aspiranti. Tutte queste regolazioni, una volta trovato il giusto bilanciamento, possono essere salvate su un ricettario e richiamate quando si ripresenta lo stesso articolo da lavorare”.
Quali sono le altre novità principali?
“Ci siamo concentrati sullo sviluppo della goffratura sulle pelli con stampa grossa, per esempio sull’arredamento: è risaputo che se si usa alta temperatura e forte pressione con grane grosse e profonde c’è il rischio di tagliare la rifinizione. Di conseguenza, bisogna diminuire la pressione e ridurre la velocità di lavoro. Lo sviluppo che abbiamo eseguito nella nostra pressa a stampare “Supervario T” ha raggiunto ottimi risultati, risolvendo questo problema ad un paio di clienti che hanno collaborato allo sviluppo, e addirittura in alcuni articoli hanno potuto girare la produzione dalla pressa a piatto a rullo in continuo, con il conseguente ulteriore beneficio nella follonatura, con una mano morbida e rotonda. Un altro sviluppo che stiamo portando avanti è una speciale applicazione per la riduzione della “grogliatura” in alcune parti della pelle, che al momento è solo a livello prototipale. I risultati sono promettenti e di questo ne parleremo più avanti”.
Quali sono le tematiche sui quali siete orientati in questo periodo?
“Con l’avvento della Transizione 5.0 ci siamo concentrati sul risparmio energetico delle nostre macchine. Cosa non facile perché, da anni cerchiamo di sviluppare tecnologia volta al risparmio. Alcuni studi sono ad uno stadio avanzato, grazie all’applicazione dell’elettronica della gestione dei motori e delle temperature. I risultati per l’applicazione della Transizione 5.0 sono stati raggiunti, ora aspettiamo gli ordini. Per quanto riguarda il controllo dei costi, noi abbiamo presentato anche nell’edizione 2024 del Simac Tanning Tech i modelli che già possono generare informazioni sui costi di gestione delle macchine, dai consumi alla manutenzione programmata, dati che poi sta al cliente analizzare con cura. Le nostre macchine sono altamente sostenibili, basti pensare che oltre l’85% dei componenti che usiamo sono riciclabili”.
L’intelligenza artificiale quanto potrebbe influire sulle vostre strategie future di nuovi prodotti?
“Come appena detto gran parte delle nostre macchine sono pronte per essere certificate Transizione 5.0, altra cosa è l’intelligenza artificiale. La stiamo studiando per applicarla in azienda e sulle nostre macchine. È un cammino lento e lungo perché bisogna fare investimenti importanti che al momento il mercato non ci riconosce, ossia la clientela interessata copre una fascia ancora piccola”.
Come giudica la situazione attuale del mercato globale?
“Quello europeo mostra segni di debolezza, a causa del costo del lavoro alto, mentre la burocrazia sta demoralizzando qualsiasi imprenditore. Invece di andare in aiuto, sembra che i membri del Parlamento europeo siano disinteressati al problema. I dati produttivi di tutti i comparti industriali europei segnano un calo degli ordini e della produzione nel primo trimestre del 2025 e il settore conciario non è da meno. Spero venga risolta al più presto la questione dell’Eudr legata alla pelle o la vedo dura”.
E la minaccia dei dazi Usa?
“Indubbiamente sta condizionando il mercato e le preoccupazioni non si possono negare: in particolare la situazione è snervante perché chi deve investire non ha certezze davanti a sé, ed è più che comprensibile che tutti sono alla finestra per capire cosa deciderà il governo statunitense e di conseguenza tutti gli altri governi di controparte. È risaputo che il nostro settore esporta il tutto il mondo e il quadro della situazione attuale ci dice che non c’è un mercato che non sia influenzato dall’incertezza che sta creando il presidente americano Trump con le sue dichiarazioni altalenanti giornaliere. Anche il mercato orientale rimane incerto, ma per noi continua ad essere importante: sicuramente saremo presenti alla fiera internazionale di Shanghai con uno stand di rappresentanza”.
Avete fiducia per una possibile ripresa nella seconda metà dell’anno come ipotizza una parte degli analisti economici?
“Fino a qualche mese fa, ero convinto che la situazione prima o poi si sarebbe sbloccata, ma oggi devo ricredermi e non saprei fare una previsione. In Italia c’è una lieve domanda, ma insufficiente per riempire il gap negativo creato dai mercati internazionali. Si “tira avanti la baracca”, come si usa dire in gergo, lavorando con un portafoglio ordini ristretto rispetto agli anni precedenti ma fortunatamente, sufficiente per andari avanti a velocità ridotta, però siamo fiduciosi perché la qualità della pelle italiana farà la differenza ancora per molto tempo e questo ci darà lavoro per il futuro che servirà a noi “meccanici” per sviluppare nuovi prodotti sempre all’avanguardia”.

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