Ben oltre la moda: le soluzioni ideate e sviluppate da Hawai Italia fianco a fianco col cliente si prestano per molteplici usi, con applicazioni che oggi toccano i settori outdoor, trekking e safety
In attività da oltre sessant’anni, Hawai Italia ha iniziato il suo viaggio con la produzione di accessori moda (fibbie, morsetti in zama…) specializzandosi negli ultimi venti nella plastica composita, dai puntali alla minuteria per il settore moda al mondo della sicurezza. L’azienda ha mantenuto la sede storica di stampaggio zama a San Giovanni Lupatoto (VR), allargando via via la struttura proporzionalmente alle necessità produttive; ora si articola in tre stabilimenti, di cui uno in Slovenia, per una superficie complessiva di più di diecimila metri quadrati. Gianni Fainelli, responsabile commerciale Italia, ci ha illustrato le novità in cantiere.
Com’è orientata al momento la vostra produzione?
“Lavoriamo molto in partnership con il cliente affinché il prodotto risponda a pieno alle esigenze specifiche, e la maggior parte della nostra attuale produzione è orientata al materiale caricato, spesso impropriamente classificato sotto il nome di “plastica”. Alla produzione di puntali abbiamo aggiunto i passalacci per le calzature da sicurezza, tutta componentistica metal-free. Negli ultimi anni ci siamo dedicati anche al settore outdoor e al trekking, focalizzandoci su prodotti più leggeri e moderni. Abbiamo introdotto miscele a base di carbonio che ci consentono di lavorare sulle forme estremizzandole, come ad esempio nel caso dei passalacci, mantenendo comunque standard di resistenza pari a quelli del metallo. Il risultato è un articolo quattro volte più leggero rispetto all’analogo in metallo”.
Quali sono le vostre novità in ambito metal free?
“Abbiamo lanciato due prodotti. Due assolute novità. Uno si chiama Grinn, nome composto che deriva dall’unione delle parole Green e Innovation. È un passalaccio monoblocco, che non necessita del rivetto perché già integrato nel passalaccio. È realizzato con il 20% di plastica in meno rispetto a un passalaccio classico e la produzione (e soprattutto il montaggio) sono molto più veloci, visto che bisogna gestire un solo articolo anziché due (passalaccio e rivetto). Tutto si velocizza e ciò si traduce in economicità di macchinari e risparmio di risorse energetiche. È una linea basica pensata per la scarpa di sicurezza e per volumi molto alti. L’altro articolo è, all’opposto, pensato per una tiratura limitata e targettizzato verso un cliente di gamma medio alta. È la linea Carbon Fiber, una serie di passalacci nata per il trekking ma usata anche nel safety. Abbiamo presentato diverse proposte di passalacci chiusi, aperti, di bloccalacci, realizzati interamente in CFRP (Carbon Fiber Reinforced Polymer), una struttura in fibra di carbonio iniettata con polimeri elastici. Rispetto al carbonio stratificato, cui somiglia molto, ha il vantaggio dell’elasticità. Mentre il primo è molto resistente e leggero ma ha un carico di rottura molto basso, il CFRP garantisce una notevole flessibilità, tanto che è usato anche nell’automotive (gli alettoni delle Porsche, per esempio sono fatti di questo materiale). In passato, anche con altri composti plastici caricati, era necessario utilizzare strutture molto più robuste per ottenere le stesse resistenze. Grazie a queste innovazioni, le nostre forme sono notevolmente più sottili ma possono sopportare carichi fino a 80/100 kg di trazione. È il massimo che si possa trovare sul mercato”.
L’utilizzo di materiali così pregiati influisce sul prezzo del prodotto finale?
“Non necessariamente. Grinn si posiziona come prodotto economico, pensato per tirature molto importanti. Costa come un passalaccio in composito, come i nostri tradizionali, ma avendolo integrato non si paga il rivetto. Si ha già in partenza un risparmio del 20%. Per quanto riguarda Carbon Fiber lo proponiamo come sostituto all’attuale passalaccio in zama, il cui prezzo è composto da due fattori: la produzione del passalaccio e la galvanica (produzione e finitura pesano quasi equamente sul prezzo finale). Con Carbon Fiber la fase di finitura non c’è, sicché il prezzo va ad equipararsi a quello dei passalacci in zama. È un po’ come comprare una bicicletta, e allo stesso prezzo prenderne una con un telaio in carbonio anziché in alluminio”.
Considerando la complessità della situazione globale, qual è lo stato attuale del settore della sicurezza?
“Toccando un po’ tutti i vari settori ci siamo resi conto che rispetto alla Moda, ad esempio, il safety viaggia bene, anche perché meno influenzato, almeno per quanto riguarda noi accessoristi, da fenomeni legati ai trend. È un mercato piuttosto solido, che risente meno rispetto ad altri settori delle varie crisi. È il settore che sta andando meglio da anni”.
Avete considerato iniziative per mitigare l’impatto ecologico della vostra produzione?
“Avendo come core business futuro il materiale plastico sentiamo una forte responsabilità verso il pianeta. Per contenere il nostro impatto ambientale stiamo realizzando progetti per passalacci al 100% riciclabili, provenienti dai nostri scarti trafilati da trafilatori certificati. Per dimostrare che con la plastica si può raggiungere qualsiasi livello di riutilizzo abbiamo proposto nell’alta moda dei progetti provocatori con fibbie compostabili, dotati di una data di scadenza. Grinn, per sue particolarità tecniche, non può essere prodotto con materiale riciclato ma, con il 20% di plastica in meno rispetto al normale prodotto e considerando volumi di milioni di pezzi, è già una forma di produzione ecosostenibile estremamente efficace”.
Gianni Fainelli, responsabile commerciale Italia
Alcuni articoli della linea Carbon Fiber, una serie di passalacci nata per il trekking ma usata anche nel mondo safety