Gustavo Adrián Defeo, la sotenibilità dei materiali: verso un futuro circolare

I MATERIALI BIO-BASED: UNA SCELTA VINCENTE

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e le politiche del Green Deal dell’UE hanno suggerito una serie di azioni per ridurre le emissioni di CO₂ nell’atmosfera e per limitare l’uso di combustibili e plastiche derivate da carbone e petrolio. A tal proposito, a livello globale viene proposta una nuova generazione di materiali che vantano caratteristiche di sostenibilità non sempre supportate dalla scienza.
Le tematiche legate alla sostenibilità sono sempre più centrali nel settore della moda e dei materiali e CTC Ars Tinctoria Italia si impegna a fornire uno strumento utile per stimare il contenuto di carbonio fossile/rinnovabile intrinseco di qualsiasi materiale utilizzato in questo settore.
In occasione della fiera APLF, svoltasi ad Hong Kong lo scorso marzo, Gustavo Adrián Defeo, Scientific Director di CTC Ars Tinctoria ha offerto spunti di riflessione particolarmente interessanti durante la conferenza dal titolo “Il contenuto bio-based della pelle e di altri materiali usati nella moda”. In particolare, Defeo ha sottolineato l’importanza dell’avere strumenti scientifici e oggettivi per valutare la reale sostenibilità dei materiali, evidenziando come alcune affermazioni di “sostenibilità” non siano sempre supportate da dati concreti.
La transizione verso un’economia circolare richiede un approccio innovativo nella scelta e nella gestione dei materiali, privilegiando soluzioni che siano al contempo durevoli, riparabili e sostenibili. In questo contesto, è fondamentale comprendere l’assorbimento, la reazione, il rilascio e la degradazione delle sostanze chimiche per ridurre al minimo gli impatti negativi su salute e ambiente, soprattutto considerando che la produzione tradizionale di materiali si è spesso focalizzata esclusivamente sulla performance tecnica, trascurando le conseguenze ambientali, come l’utilizzo di sostanze potenzialmente pericolose, cosiddette SVHC (Substances of Very High Concern) e il rilascio di composti persistenti e recalcitranti. Va inoltre specificato, che i materiali bio-based rappresentano una risposta concreta per ridurre l’impatto ambientale e promuovere pratiche virtuose lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti. Derivati da risorse rinnovabili, essi offrono un’alternativa sostenibile ai materiali tradizionali di origine fossile. Grazie alla loro capacità di degradarsi in composti elementari come CO₂, H2O e CH4, si evita l’accumulo di sostanze persistenti nell’ambiente, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Inoltre, il loro ciclo di vita chiuso garantisce una neutralità carbonica intrinseca, fondamentale per contrastare il cambiamento climatico.
Tutto ciò trova applicazione in diversi settori, tra cui la produzione di pelle, tessuti alternativi e polimeri, dimostrando la versatilità e l’efficacia dei materiali bio-based nell’industria moderna.

La produzione globale di rifiuti plastici ammonta a 300 milioni di tonnellate all’anno, ma solo il 9% viene riciclato. Il resto viene incenerito, smaltito in discarica o gestito in modo inadeguato. Le microplastiche e nano plastiche derivanti dai materiali fossili causano gravi problemi ambientali e sanitari, tra cui stress ossidativo, infiammazioni e penetrazione nelle barriere biologiche della pelle ed ematoencefalica, diventando neurotossiche.
Inoltre, va segnalato che la demolizione delle plastiche in forme minime contribuisce all’aumento dei gas serra (GHG), aggravando il riscaldamento globale.

Per affrontare efficacemente queste sfide, è essenziale scegliere materiali che siano durevoli, riparabili e sostenibili, garantendo al contempo un impatto ambientale prevedibile e responsabile. È anche necessario prendere atto che i materiali bio-based sono cruciali per la circolarità, in quanto offrono un contributo significativo alla riduzione delle emissioni di carbonio. Per minimizzare ulteriormente l’impatto ambientale, è cruciale adottare strategie sostenibili per il fine vita dei materiali e tra le opzioni più efficaci troviamo il compostaggio, per restituire nutrienti al suolo; la produzione di biochar, utile per migliorare la ritenzione di umidità del terreno, sequestrando contemporaneamente carbonio; il recupero energetico, per trasformare i rifiuti in risorse; la trasformazione in fertilizzanti o biostimolanti, favorendo un’agricoltura più sostenibile. In particolare, nel settore della pelle si punta a raggiungere l’obiettivo dello “zero waste”, massimizzando il riutilizzo degli scarti produttivi e riducendo al minimo l’impatto ambientale. L’adozione di materiali bio-based e l’implementazione di pratiche circolari rappresentano un passo decisivo verso un futuro più sostenibile. Essi garantiscono neutralità carbonica intrinseca poiché derivano da biomassa naturale che chiude il ciclo del carbonio. Al contrario, le plastiche petrolchimiche persistono nell’ambiente come macro-, micro- e nano plastiche con gravi conseguenze ambientali.

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Dal punto di vista del ciclo di vita (cradle-to-grave), i materiali naturali si degradano in composti elementari come CO2, H2O e CH4, evitando forme chimiche persistenti. Inoltre, partendo dall’utilizzo di biomassa come materia prima, possiamo ritenere che essa si basi in CO₂ atmosferico recente.
Valutazione dei Materiali Biobased:

La valutazione del contenuto biobased nei materiali si basa sul metodo EN 16640/EN 16785-1, che misura il contenuto di Carbonio derivato da biomassa. La misurazione del carbonio organido totale e dell’azoto permettono di calcolare le di calcolare le potenziali emissioni di CO₂ e NO₂ in caso di incenerimento.

I materiali vengono classificati in base alla percentuale di carbonio biobased: