Moda Sostenibile e Circolare: le Sfide del Made in Italy al Parlamento Europeo

In un contesto di profonda trasformazione, il settore della moda italiano affronta una sfida cruciale: la transizione verso un’economia circolare. Con una perdita di oltre 33.000 aziende in 15 anni, pari al 30% del tessuto imprenditoriale, la sostenibilità diventa una leva strategica per la sopravvivenza e la competitività del Made in Italy . Per questo, il Monitor for Circular Fashion (M4CF) di SDA Bocconi e CNA Federmoda hanno portato la voce delle imprese al Parlamento Europeo, promuovendo un dialogo sulle priorità del settore.
L’evento, tenutosi il 12 giugno a Bruxelles, ha messo al centro la necessità di un’economia circolare equa e accessibile, specialmente per le micro e piccole imprese che rappresentano il cuore del sistema moda europeo.

Un Dialogo per una Filiera della Moda più Competitiva
L’obiettivo dell’incontro, organizzato con il supporto di CNA Bruxelles e ospitato dall’Onorevole Alessandra Moretti, è stato quello di creare un confronto diretto tra grandi marchi, piccole e medie imprese (PMI) e i policy maker europei. Come ha sottolineato Elisa Vitella, Responsabile di CNA Bruxelles, la transizione verso la sostenibilità sarà efficace solo se inclusiva. È necessario un dialogo costruttivo con “obiettivi condivisi e responsabilità distribuite” per rafforzare l’intera filiera .

I temi principali discussi includono:
• Adattare le normative europee, come il Regolamento Ecodesign, alla dimensione delle aziende.
• Promuovere uno “smart mix” che favorisca la collaborazione tra grandi player e piccole imprese.
• Rafforzare le partnership strategiche tra i diversi attori della catena del valore.

La Crisi dell’Artigianato e il Valore del Made in Italy
I dati presentati da CNA Federmoda sono allarmanti: tra il 2009 e il 2024, il settore ha perso 33.677 imprese, di cui quasi 18.000 artigiane. “Questa non è semplicemente una perdita di imprese, ma anche di capitale culturale e formativo”, ha dichiarato Antonio Franceschini, Responsabile nazionale di CNA Federmoda. La conseguenza diretta è l’erosione del Made in Italy, inteso non come semplice etichetta, ma come un valore economico e sociale profondo.
Per invertire questa tendenza, è fondamentale ripensare le relazioni all’interno della filiera. Le PMI non devono essere considerate anelli deboli, ma pilastri fondamentali su cui costruire il futuro sostenibile della moda italiana

Strategie per una Moda Circolare: Innovazione e Collaborazione
Durante l’evento, Francesca Romana Rinaldi, direttrice del M4CF, insieme a rappresentanti di aziende partner come Armani, Candiani Denim, Radici Group e Save The Duck, ha presentato i punti chiave di un position paper. È emersa la necessità di un contesto regolatorio chiaro e coerente che possa dare stabilità agli investimenti in sostenibilità e circolarità .

Gessica Lombardi, Presidente Nazionale CNA Moda Calzature, Pelletterie e Pelliccerie ha ribadito la necessità di ragionare come e agire come sistema, i brand, i committenti in generale, l’intera filiera devono condividere valori comuni tesi a valorizzare il tema della sostenibilità come fattore di competitività.

A supporto di questa visione, è stato presentato il libro “Circular Fashion Management”, curato da Francesca Romana Rinaldi, che propone nuovi modelli ESG (Environmental, Social, Governance) per il settore. Il testo enfatizza l’importanza della collaborazione tra grandi aziende e PMI come motore di innovazione.

Come ha concluso Caterina Mazzei, consulente di CNA Federmoda: “La vera transizione sostenibile è prima di tutto una transizione nelle relazioni: più trasparenza, più equilibrio, più riconoscimento reciproco. L’artigianato non è un residuo del passato: è una visione di futuro”. L’iniziativa ha confermato l’impegno di M4CF e CNA Federmoda nel facilitare il dialogo tra imprese e istituzioni, con l’obiettivo di rendere la transizione circolare un’opportunità di crescita per l’intero settore.