OFFICINE DI CARTIGLIANO, la proposta di un “Black Heart”, di un Sottovuoto rinnovato e tanto altro

Officine di Cartigliano Black Heart
Durante il periodo del lookdown, Officine di Cartigliano ha lanciato sul mercato un impianto Sottovuoto ed un sistema che fornisce un “cuore nuovo” a macchine usate, garantendo prestazioni di eccellenza

 

In tempo di coronavirus, in una situazione economica difficile in tutto il mondo, OFFICINE DI CARTIGLIANO ha nuovamente sorpreso tutti, mettendosi in luce a livello italiano ed internazionale per il lancio sul mercato di nuove idee e nuovi prodotti. Nella fattispecie si tratta di un sistema innovativo che consente di dare un cuore nuovo, #BLACKHEART, alle macchine esistenti.

E dove sta la novità? Con #BLACKHEART si possono raggiungere e garantire prestazioni eccellenti anche con le macchine usate, senza tuttavia dover sostituire l’impianto. L’ennesima conferma di una azienda all’avanguardia nell’ambito della ricerca e sviluppo, abile nell’anticipare i tempi e soprattutto nell’individuare soluzioni pratiche ed idonee in questa particolare congiuntura.

OFFICINE DI CARTIGLIANO Spa è leader mondiale nella progettazione e realizzazione di macchinari destinati all’industria conciaria, in particolare impianti per l’asciugatura e il condizionamento delle pelli, palissoni, impianti a radio frequenza per il finishing e per il crust, impianti per l’essiccaggio e la rigradazione di polimeri, macchinari rivolti all’industria alimentare per la pastorizzazione e sterilizzazione di alimenti liquidi e semi-liquidi e infine impianti dedicati al settore ambientale come quelli per l’essiccaggio di fanghi e reflui civili ed industriali. L’industria vicentina, guidata dal Presidente Antonio Polato, è stata fondata nel 1961: tra pochi mesi festeggerà il prestigioso traguardo dei 60 anni, caratterizzati da un’escalation continua, come dimostrano le partnership con clienti di tutti i paesi, il deposito di innumerevoli brevetti, che costituiscono un patrimonio inestimabile di innovazione e ricerca.

antonio polato officine di cartigliano
Antonio Polato Presidente Officine di Cartigliano

Con il Presidente Polato, a fine luglio, abbiamo fatto il punto della situazione, sia dell’attività dell’azienda, sia del momento del mercato.

Alle OFFICINE DI CARTIGLIANO come avete trascorso il periodo del lockdown? È stata una fase difficile per tutti, inutile nasconderlo, che abbiamo superato proponendo novità e mettendoci alla prova per l’ennesima volta. Chi ci conosce sa bene che investiamo molte risorse nella ricerca, che è proseguita nei mesi primaverili, dove c’è stato il tempo anche per approfondire diversi argomenti in maniera più accorta e minuziosa, andando a leggere i bisogni dei nostri clienti in questo momento unico e imprevedibile.

Come avete operato sul mercato al momento della ripartenza avvenuta a maggio? Partendo del presupposto che molte aziende erano bloccate con la propria attività, abbiamo cercato di pianificare scontistiche e pacchetti eccezionali, in particolare sui ricambi. Un’ulteriore strategia, che ha registrato altrettanto successo, è stata la proposta di vendita dei macchinari con formule di smobilizzo particolari (esempio con un pagamento previsto a 23 mesi dalla fornitura, grazie al contributo delle Credit Export Agency), fornendo così soluzioni tecnologiche e nello stesso tempo finanziarie. In questo modo infatti abbiamo consentito al cliente di essere pronto sul mercato nel momento in cui la situazione economica generale ripartirà. Questo ci ha portato a chiudere, durante l’estate, numerose commesse, in un momento in cui vendere è davvero complicato e le industrie non pensano proprio all’investimento in macchinari ed impianti.

Cosa ci può dire dell’impianto Black Heart, la grande novità del 2020? È un qualcosa di innovativo nel mercato, siamo convinti avrà un grande successo in un periodo difficile dal punto di vista economico. Nessuno meglio di noi può conoscere le nostre macchine, la loro tecnologia, le loro performance e potenzialità, di oggi ma anche di domani. I vantaggi noi li offriamo con un “cuore nero”, in grado di dare nuova vita, e soprattutto creato da chi l’impianto l’ha progettato e costruito. Il Black Heart è un impianto che va aggregato ai Sottovuoto Cartigliano già funzionanti presso i nostri clienti, potenziandone le performance, donando al vecchio Sottovuoto un cuore nuovo, appunto. Con questa formula garantiamo prestazioni eccellenti: temperatura della pelle a 25° C, produttività elevata, impatto ambientale pari a zero, rendimento notevole e Plug&Play, ossia nessuna installazione richiesta. Detto in tre concetti flash: risparmio, semplificazione e nuova vita al business.

Quali altri macchinari brevettati prevedete di lanciare quest’anno? A breve uscirà una novità assoluta che riguarda un nuovo impianto di essiccaggio, che sarà utilizzato per diversi usi del settore conciario ma anche per applicazioni in ambito medicale-farmaceutico. Tale macchinario lavora in un ambiente di vuoto assoluto; successivamente vengono utilizzate radiofrequenze per il riscaldamento. Un altro impianto moderno riguarda l’essiccaggio dei polimeri, ovvero il primo generatore di radiofrequenza allo stato solido: si tratta di un progetto ambizioso unico al mondo, sul quale abbiamo investito ingenti risorse umane ed economiche.

Dal vostro osservatorio quali sono le maggiori criticità nei mercati internazionali? Noi lavoriamo per l’85% con l’estero, quindi è inevitabile che la situazione globale di stallo, finisca con il penalizzarci. In Cina abbiamo macchinari ancora da collaudare. Tuttavia durante il lockdown abbiamo avviato un impianto a radiofrequenza venduto in Corea, collegandoci con il cliente in modalità remota: una chat tecnico-operativa dall’altra parte del mondo! Il nostro team di ingegneri si è inventato un percorso nuovo per fornire le istruzioni necessarie e far partire gli impianti. Recentemente sono stato in Messico, un mercato molto connesso all’automotive: a luglio stavano lavorando attorno al 65-70% rispetto alla media degli ultimi anni. Direi che è un dato positivo.

E dal punto di vista commerciale? Stiamo finendo la realizzazione di una piattaforma online, che consente di visualizzare e condividere con i nostri clienti le prove che effettuiamo giornalmente nel nostro R&D. Questo ci permetterà di supplire alla difficoltà attuale di viaggiare. I clienti stranieri che non possono venire personalmente a farci visita per assistere alle prove con i loro prodotti, saranno guidati in una visita virtuale dai nostri area manager. Un ottimo strumento di lavoro anche per il futuro, laddove il cliente non possa essere presente presso la nostra sede: far assaporare loro il “Cartigliano family feeling” on line è la sfida che ci attende nei prossimi mesi.

La situazione del mercato italiano? Qualche ordine ci è arrivato dalla Toscana, dove peraltro siamo stati espositori all’evento ProssimaPelle, tenutosi a metà luglio a Santa Croce sull’Arno. L’impressione è che con il trascorrere delle settimane, da inizio estate, abbia iniziato a muoversi qualcosa, soprattutto nelle aziende medio-piccole, mentre i grandi brand sono quelli che stanno soffrendo maggiormente.

Al momento cosa la preoccupa maggiormente? Che possa reggere l’intero sistema della filiera. Stiamo registrando una forte crisi dei terzisti, che rischia di penalizzare anche grosse realtà come la nostra. Un altro problema riguarda l’approvvigionamento delle materie prime: ad esempio per acquistare lamiere in acciaio inossidabile i tempi sono diventati lunghi, tutto ciò rischia di rallentare la produzione. Un altro guaio sono i viaggi all’estero dei montatori, costretti a sottoporsi alla quarantena quando giungono in quel Paese e poi una volta ritornati in Italia.

Che previsioni si sente di fare nel breve e medio termine? Io sono fiducioso per natura, voglio esserlo anche in questo momento. Lanciamo segnali positivi perchè siamo convinti che la situazione è destinata a migliorare. Dal punto di vista economico nella seconda parte del 2020 si registrerà una ripresa, che tuttavia sarà abbastanza lenta, mentre per tornare ai livelli pre- Covid ci vorrà parecchio tempo. Questa pandemia sanitaria, che per ampiezza e vastità non si era mai verificata, rappresenta un evento epocale. La soluzione definitiva sarà la scoperta di un vaccino, per il quale stanno lavorando gli scienziati di tutto il mondo. www.cartigliano.com