
TEKNOLEATHER, azienda di Arzignano (Vicenza) attiva nel settore conciario internazionale con tecnologie all’avanguardia, ha ripreso l’attività a pieno regime dopo la stasi causata dalla pandemia sanitaria.
Ecosostenibilità e trasparenza. Sono questi i due capisaldi che continuano a caratterizzare la strategia imprenditoriale di TEKNOLEATHER di Arzignano (Vicenza), azienda attiva nel settore della concia internazionale, che offre tecnologie all’avanguardia, flessibilità del servizio, know-how e prodotti chimici di alta qualità, garantendo le migliori performance possibili in tutte le fasi di lavorazione. Inserita nel più importante distretto della pelle al mondo, quello arzignanese e della vallata del Chiampo, l’azienda veneta vanta alle spalle una storia relativamente giovane: è stata fondata nel 2013 dall’attuale titolare Santino Mecenero, ma può contare sull’esperienza di un team dinamico e affiatato, impegnato nel settore chimico dal 1980 e che nel corso di oltre quattro decenni ha acquisito competenze e conoscenze tali da garantire prodotti performanti, alta tecnologia e rispetto per l’ambiente.
Negli ultimi quindici mesi, da quando l’economia mondiale è stata fortemente rallentata dalla pandemia sanitaria, l’attività della TEKNOLEATHER non si è mai fermata. Durante il lockdown della primavera scorsa i vertici aziendali hanno avuto l’occasione di dedicare maggior tempo allo studio e alla progettazione, che ha portato nell’autunno 2020 all’inaugurazione di un nuovo laboratorio chimico, situato al piano superiore, diventato il “fulcro operativo” dell’attività che sarà portata avanti anche in futuro: si tratta di una struttura moderna, dotata delle più evolute strumentazioni tecnologiche, che consentirà di accentuare e migliorare il lavoro di ricerca e sviluppo che rappresenta da sempre una delle prerogative dell’azienda.
Santino Mecenero
“Quello che ci stiamo lasciando alle spalle – spiega Santino Mecenero – è stato un periodo particolare e atipico, visto che non si era mai registrata una tale impasse per motivi sanitari. Tuttavia, il mondo non è finito, definiamolo un momento di transizione, già in passato abbiamo dovuto far fronte a periodi di crisi economica, che poi sono stati superati. Ora, nell’immediato post-Covid, bisogna essere pronti a ripartire, noi non ci faremo trovare impreparati. Ad inizio 2020 avevamo studiato un piano di assunzioni che ovviamente è stato rinviato, ma siamo convinti di poter procedere con questo progetto in tempi brevi, magari già a partire dalla seconda metà di quest’anno”.
Dal vostro punto d’osservazione come è iniziato il 2021 e quali sono le maggiori problematiche che state affrontando? “I primi tre-quattro mesi dell’anno sono andati abbastanza bene, pur dovendo lavorare quasi alla giornata, ma riteniamo che questo rappresenti una costante per l’intera filiera. Il problema maggiore è rappresentato dal costo delle materie prime che sono letteralmente schizzate verso l’alto, al punto che in diversi casi possiamo parlare tranquillamente di speculazione. A fine aprile la situazione a livello di mercato era ancora caotica, ma l’auspicio è che una volta che il mercato tornerà in equilibrio in tutto il mondo i prezzi torneranno in un range accettabile. Un ritorno alla normalità è auspicabile a tutti i livelli”.
Da addetti ai lavori come vi spiegate questa situazione? “Con il fatto che dall’inizio dello scorso anno, soprattutto una volta entrati nel lockdown, le richieste per le materie prime sono crollate e la presenza di scorte è via via calata. Ora, proprio in vista della ripartenza, per tutti c’è la necessità di riempire nuovamente i magazzini, ma l’eccessivo aumento della richiesta ha finito con il far lievitare i prezzi, come già detto, in maniera davvero esagerata. Una situazione che è anche figlia del fatto che in alcune aree del mondo hanno già ripreso a lavorare a pieno ritmo, tra cui la Cina e gli Stati Uniti. Noi lavoriamo molto con la Cina, e la ripartenza si è sentita, così come abbiamo rilevato quella del mercato USA a cui siamo indirettamente collegati attraverso i nostri clienti. Non dimentichiamoci che il settore conciario del nostro distretto è riuscito a fare il salto di qualità grazie all’export”.
A proposito di estero quanto è stato problematico rinunciare ai viaggi di lavoro? “Molto, inutile nasconderlo, quando si parla di ritorno alla normalità ci riferiamo anche all’aspetto legato agli spostamenti in aereo. Durante l’allarme Covid tutti hanno fatto l’indispensabile, sia per una questione di salute ma soprattutto di tempi: il doversi sottoporre al periodo di “quarantena” una volta arrivati in un determinato Paese ha di fatto obbligato a rinunciare alle trasferte in altri continenti. È vero che l’informatica ci ha dato un notevole aiuto, penso ad esempio alle videoconferenze attraverso i vari portali, ma il contatto umano rimane comunque una prerogativa, così come le fiere internazionali, che sono indubbiamente mancate in questo anno e mezzo”.
Quali sono le sfide principali che attendono ora la TEKNOLEATHER nel mercato italiano ed internazionale? “E’ una strada intrapresa da tempo, quella di una sempre maggiore ecosostenibilità, a cui si aggiunge la trasparenza, visto che ormai la tracciabilità rappresenta una prerogativa indispensabile per i nostri clienti. Aver puntato sul metal-free e sul gluteraldeide-free è stata una scelta vincente, nel nostro laboratorio proseguiamo con le prove e i test a livello industriale che riguardano tutti i vari componenti e prodotti utilizzati. Noi lavoriamo molto con l’industria dei beni di lusso e dell’alta moda, d’altronde a livello mondiale dall’Europa ci si attende che continui a rivestire un ruolo da capofila, da qui la necessità di garantire una sempre maggiore crescita dal punto di vista qualitativo, che significa anche pieno rispetto del tema ambientale ad ogni livello. Dopo quanto avvenuto sarà anche la strada obbligata non solo per un grande rilancio, ma allo stesso tempo anche per la sopravvivenza stessa del settore”.
Un’ultima domanda: il periodo Covid quali cambiamenti sostanziali porterà nel settore conciario? “Non è facile dare una risposta, ma è abbastanza plausibile che contribuirà a dare un’accelerata a fenomeni che erano già in atto, non solo dal punto imprenditoriale ma anche, e soprattutto, concernenti i valori. Sono convinto che si andrà verso un mondo “già disegnato”, imperniato su sostenibilità, qualità, trasparenza, tutte prerogative che noi condividiamo a tutti i livelli e che sono da sempre parte del nostro DNA aziendale. Nello specifico anche noi imprenditori del settore chimico abbiamo l’obbligo di difendere la sostenibilità della pelle, che deve garantire la massima sicurezza: mai come in questo periodo, causato da un allarme sanitario, l’utente finale pretende tutte le garanzie possibili nel vestire ad esempio una calzatura in pelle o per una donna portare una borsa a tracolla. Sono risposte che dobbiamo essere in grado di fornire in maniera precisa e in tempi rapidi”.
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