Intervista a due voci con Roberto Elisei, Direttore Generale del Gruppo, e Andrea Santolini, Direttore Generale del sito produttivo dislocato in Messico
Un incremento del fatturato a due cifre e una ottima politica di espansione sono i punti focali della crescita del Gruppo Serafini che conferma la sua dinamica estremamente positiva. Passione, ambizione e un pizzico di sano ottimismo, guidano l’azienda marchigiana leader nella produzione di materiali di sostegno e nastri adesivi per calzatura, pelletteria, abbigliamento in pelle e automotive. Le relazioni tra impresa e mercato si stanno complessificando notevolmente ma, Roberto Elisei, entrato nel Gruppo da pochi mesi, ha accettato la sfida di riuscire a immaginare un progetto che travalica il mero profitto per contribuire alla crescita della comunità interna ed esterna all’impresa, alzando gli occhi verso l’orizzonte e il lungo periodo.
Dott. Elisei, come sta andando?
“Molto bene. Il momento è particolare, lo sappiamo tutti. È inutile illudersi che le cose cambino velocemente, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista economico. Possiamo però affermare che è un momento interessante perché l’economia reale funziona ancora, per lo meno in un settore, il nostro, che lavora soprattutto con il mondo delle calzature e della pelletteria. La nostra azienda è particolarmente orientata a lavorare con i grandi brand internazionali che continuano ad investire e realizzare prodotti molto interessanti”.
Avete presentato qualche novità particolare a Lineapelle?
“Noi siamo famosi nella produzione di quegli elementi di prodotto che sono invisibili, perciò i rinforzi e le microfibre interne. Per noi il lavoro ormai è diventato soprattutto ricerca e sperimentazione. Per la semplice consultazione di ciò che facciamo c’è il web. La fiera per noi rappresenta più un appuntamento di incontro con i nostri clienti, o con quelli potenziali, con i fornitori e con voi giornalisti. È forse la cosa più bella di questo evento che si trasforma un momento quasi intimo, al quale il cliente partecipa per rafforzare un rapporto, il resto lo sa già”.
Cosa vi dicono i vostri clienti?
“Prendiamo sempre più consapevolezza delle dinamiche legate al mondo delle materie prime, ormai difficili da reperire. Spesso e volentieri accadono cose strane: o i materiali non si trovano del tutto o i loro costi aumentano in maniera considerevole senza alcun preavviso, creando scompiglio sul mercato che si blocca per paura delle conseguenze”.
Che azioni mettete in campo per affrontare questo problema?
“Cerchiamo di sbagliare il meno possibile perché, purtroppo, nessuno di noi possiede ancora la bacchetta magica. Per farvi un esempio: se comprassi il cotone ai prezzi attuali (in borsa il suo prezzo ha segnato quasi il 200% in più in un anno) e lo tenessi a magazzino, non ho nessuna garanzia che il suo costo non scenderebbe anche dopo un solo mese. Potete immaginare quanti soldi andrebbero persi. Questo accade tutti i giorni. Cerchiamo perciò di centellinare i magazzini, cercando di essere bravi a far quadrare tutto. Sicuramente oggi applicare il sistema giapponese del pensiero snello è improponibile. Ad ogni modo, la Serafini evade il 99,7% degli ordini entro una settimana. Penso sarebbe un record anche in tempi normali. L’organizzazione di certo non ci manca”.
Avete ricevuto visite da nuovi clienti?
“Assolutamente sì. C’è un grande interesse, soprattutto da parte della Turchia. Anche se ci sono molti competitor sul territorio, non ci spaventano perché abbiamo un prodotto top. Ciò che speriamo di più adesso è che finisca questo conflitto. Ciò significherebbe anche per noi la ripresa di un mercato che è sempre stato ricco di produzioni: in Ucraina, Russia avevamo tante fabbriche che lavoravano molto. Ora sono tutti fermi”.
Per voi è stato un duro colpo o riuscite a compensare con gli altri mercati?
“Nonostante la congiuntura sfavorevole, l’azienda è in forte crescita, anche dal punto di vista del fatturato. Registriamo almeno un 30% in più rispetto all’anno precedente, dato aggiornato a fine settembre. La fiera è stata anche un’occasione per festeggiare”.
Lato ricerca e sviluppo, su cosa vi state concentrando?
“Stiamo lavorando su microfibre molto evolute per il mondo della pelletteria, costruite con rinforzi speciali. L’obbiettivo è quello di alleggerire sempre di più il prodotto, qualità molto richiesta dal mercato e dalle griffe. Per chi lavora nel mondo luxury anche il peso di una borsa può fare la differenza. Se riuscissimo nel nostro intento pur mantenendo inalterate le qualità tecniche sarebbe un vero goal. Ci stiamo lavorando e, per l’anno prossimo, potremmo essere pronti”.
Conclude così Il Dottor Serafini che, con una anticipazione che potrebbe rappresentare una vera e propria svolta sul mercato, passa la parola ad Andrea Santolini, che dirige uno stabilimento con all’attivo cento dipendenti e una crescita di fatturato più alta della casa madre.
Il Messico è un mercato molto attivo?
“Diciamo di sì. In questo momento il mercato messicano è in grande evoluzione. È uno dei mercati che sta crescendo di più, soprattutto in considerazione del fatto che, facendo parte del Gruppo delle Americhe, ha vicino gli Stati Uniti, suo punto di riferimento. Questi ultimi, d’altra parte, viste le frizioni che hanno con il Far East (la Cina), stanno trovando nel Messico la giusta collocazione per le proprie produzioni perché la manodopera è tanta ed è accessibile a prezzi abbastanza competitivi”.
In percentuale, quanto siete cresciuti?
“Per quanto ci riguarda siamo sopra il 40%.”
Dottor Serafini, a cosa pensa sia dovuto questo incremento così importante del fatturato in Messico?
“La nostra filiale messicana opera con un approccio al mercato diverso rispetto al nostro e su settori differenti dai nostri, come quello dell’automotive. Per esempio realizzano prodotti specifici per il mondo dei riflettenti, cosa che noi non facciamo. Inoltre, Andrea è stato particolarmente bravo a sviluppare il mercato, ci si è dedicato in maniera maniacale”.
Dottor Santolini, ci può fare qualche nome del settore automotive con cui state collaborando?
“Dalla General Motors alla Tesla, piuttosto che la Nissan. In America Latina, e soprattutto in Messico, questi marchi stanno aprendo molti siti favorendo le nostre opportunità di crescita. Inoltre, essendo gemellati all’azienda principe, siamo riusciti a ottenere la certificazione ISO 9002: questo ci dà l’opportunità di entrare in nicchie di mercato importantissime con la garanzia di offrire prodotti sviluppati sempre in Italia”.