Acque del Chiampo brilla tra le top utility italiane, leader nella formazione

Acque del Chiampo si è distinta come una delle cinque migliori aziende pubbliche italiane nel settore delle utility, conquistando il primato nella categoria “Formare Talenti”. Il prestigioso riconoscimento è stato conferito durante la tredicesima edizione dell’analisi Top Utility, condotta da Althesys in collaborazione con Utilitalia, che ha esaminato le performance delle 100 maggiori aziende italiane operanti nei settori dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti.

La cerimonia di premiazione si è svolta mercoledì 12 marzo presso la sede della Camera di Commercio di Milano, al termine di un convegno di alto livello che ha visto la partecipazione di figure di spicco come Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys, Stefano Besseghini, presidente di Arera, Giulio Lo Iacono, segretario generale Asvis, Filippo Brandolini, presidente Utilitalia, e Nicola Dell’Acqua, commissario nazionale per la scarsità idrica, con la moderazione di Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio.

Acque del Chiampo ha primeggiato nella categoria “Formare Talenti”, superando le altre finaliste Dolomiti Energia, Marche Multiservizi, Publiacqua e Silea. Nella classifica generale, l’azienda si è posizionata nella cinquina finalista, insieme alla vincitrice Silea e a Acque, Iren e Marche Multiservizi.

“C’è grande soddisfazione per un premio molto prestigioso”, hanno dichiarato il direttore generale di Acque del Chiampo, Andrea Chiorboli, e il vicepresidente, Guglielmo Dal Ceredo, che hanno ritirato il premio. “I talenti che formiamo sono principalmente coloro che operano sul territorio: i turnisti, gli operatori di laboratorio e dei monitoraggi. Non cerchiamo talenti all’esterno, ma li formiamo internamente, grazie alla collaborazione con università, scuole di ogni ordine e grado e centri di ricerca, con cui lavoriamo per creare nuove professionalità. Ci rivolgiamo alle scuole, non necessariamente a chi lavorerà in Acque del Chiampo, ma anche a chi opererà altrove e ha l’esigenza di comprendere ciò che facciamo, per poi applicarlo nel proprio ambito, ad esempio negli studi professionali e negli enti territoriali”.