Prende forma e sostanza la terza edizione dell’Eurocongress IULTCS, in programma dal 18 al 22 settembre 2022 al Centro Congressi di Vicenza. L’evento, che ha traguardi ambiziosi ben rappresentati nell’efficace sintesi del suo titolo – “Rinascimento: The next Leather Generation”, è organizzata da AICC, l’Associazione Italiana dei Chimici del Cuoio, con le principali sigle del settore. I temi che saranno affrontati durante questo importante appuntamento riguardano i futuri sviluppi nella chimica dell’industria conciaria, le tecnologie innovative da utilizzare nella lavorazione della pelle, la ricerca di nuovi approcci e sinergie per creare metodi analitici alternativi per testare I prodotti chimici e, infine, ma non meno importante, l’analisi di rivoluzionari scenari che mettano al riparo l’ambiente dall’impatto causato dall’intera filiera industriale. Il Dott. Giancarlo Lovato di Corichem e Presidente del Congresso, assieme al Presidente di AICC Mariano Mecenero, ci hanno spiegato come ciò è stato reso possibile durante l’ultima edizione di Lineapelle tenutasi a febbraio
Finalmente la terza edizione dell’Eurocongresso IULTCS si terrà a Vicenza, in Italia.
“Sì, possiamo dire che finalmente, dopo oltre 15 anni la manifestazione torna sul nostro territorio. Se la memoria non mi inganna l’ultimo evento internazionale di questo genere si è tenuto nel 2005.”
Lancio una provocazione, si può dire che avevate perso le speranze?
“Le speranze no ma possiamo affermare senza alcun dubbio che per organizzare un evento di questo tipo è stato necessario un nutrito gruppo di persone convinto a realizzarlo. Non è per nulla scontato. Inoltre ci sono servite alcune particolari condizioni all’interno di AICC perché tutto ciò diventasse realtà. La burocrazia non è mai un aspetto da sottovalutare perché, in questi casi, come potete ben immaginare, è indispensabile organizzare un piano di attività preciso, dire cosa vogliamo fare e come lo vogliamo fare. Per fortuna siamo riusciti a dare vita a un gruppo coeso, grazie anche al Presidente di AICC Mariano Mecenero. Abbiamo fatto domanda ed è stata accolta”.
Cosa vi aspettate da questo Congresso?
“In particolar modo ci aspettiamo un booster all’innovazione e alla ricerca. Lo scopo di questo Congresso è proprio quello di mettere in contatto le persone affinché si scambino idee, progetti e innovazioni in generale. Ma non solo. Oltre a fare un punto su ciò che è stato fatto fino ad oggi, vuole essere una occasione per stimolarsi gli uni con gli altri a migliorare e progredire ulteriormente in tutti i campi di attività. Quindi, da un Congresso di questo tipo ci aspettiamo che sia proprio quello, ovvero un incentivatore di idee innovative e proficue sinergie”.
Quali saranno le novità più rilevanti di questa nuova edizione rispetto al passato?
“Rispetto al passato abbiamo lavorato molto sul settore, inteso non solo come Associazione Italiana, ma ci siamo concentrate sull’intera filiera. Nella preparazione della domanda stessa, e poi nel prosieguo dell’organizzazione, ci siamo dunque approcciati con le altre associazioni settoriali: Assomac per le macchine, UNPAC per i prodotti chimici e UNIC per le concerie. Inoltre, visto che siamo in zona, abbiamo coinvolto anche il Distretto Veneto della Pelle. La nostra volontà è stata sin da subito quella di organizzare un evento ben strutturato chiedendo l’intervento di tutti. In questo modo abbiamo messo in campo non solo le forze AICC ma anche le competenze, le conoscenze, le linee guide e le idee degli altri nostri interlocutori. Sono stati tutti molto contenti di unirsi a noi e, a riprova di ciò, nel comitato organizzatore sono rappresentate tutte queste associazioni di categoria”.
Ed è la prima volta che accade?
“Assolutamente sì, non è mai successo prima”.
Quanto conta oggi strutturare l’intera filiera in maniera sinergica ed efficiente?
“Il mondo del consumatore finale, l’end user, richiede ai produttori di avere un maggiore controllo su tutti i processi in modo che possano garantire un percorso sostenibile lungo tutto il percorso di vita del prodotto. Lavorare in filiera diventata così sempre più importante e, ogni anno che passa, lo sarò ancora di più. I rapporti tra le aziende non si riducono più solo a mere relazioni tra acquirente e venditore, ma si stanno sviluppando con sempre maggiore frequenza sotto forma di partnership vere e proprie. Quindi le concerie sono diventate partner dei produttori chimici, i macelli sono diventati partner delle concerie e così via… Questo ormai rappresenta uno dei punti di forza dell’Italia. Collaborazioni strette tra gli sviluppatori di prodotti chimici, gli sviluppatori di macchinari e le concerie fa sì che gli uni stimolino gli altri e viceversa, e che si incentivano sempre di più a svilupparsi. Effettivamente questo approccio sortisce effetti molto positivi in tutti i distretti, sia quello di Arzignano, quello toscano, quello lombardo o quello campano. Ed è un plus che ci sta aiutando molto a crescere perché l’end user vede che l’intero processo viene condotto con un certo criterio, teso appunto ad essere sempre più sostenibile, sempre più efficiente, con meno spreco di risorse e dunque con più efficacia. Non dimentichiamo di citare anche chi utilizza i sottoprodotti perché parteciperanno anche loro al Congresso. Probabilmente, durante la giornata conclusiva, prevedremo una visita proprio all’interno di un’azienda che utilizza i sottoprodotti per mostrare a tutti i partecipanti che anche quello che viene scartato dalle concerie non viene completamente disperso, ma può anche essere riutilizzato”.
L’utilizzo della parola Rinascimento nel titolo del Congresso non è casuale…
“Il titolo è stato studiato dalla commissione tecnica e poi è stato portato in discussione al comitato organizzatore. Si è appunto immaginato che questo evento debba rappresentare la fase di ripartenza effettiva dell’intero settore. Ci siamo chiesti: qual è quel periodo storico che tutti conoscono nel mondo per aver portato grandi innovazioni, un forte sviluppo tecnologico e un netto miglioramento culturale? La risposta è stata: il Rinascimento. Quindi è stato naturale utilizzare questo termine nel titolo e mantenerlo nella sua forma
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originale perché in realtà il Rinascimento è partito dall’Italia. Siamo convinti di essere in grado di dare quell’input necessario per iniziare un nuovo “Rinascimento” anche all’interno del settore conciario. Uno degli scopi finali, come dicevo prima, sarebbe quello di stimolare le aziende a progredire e a migliorare ulteriormente”.
Qual è la sfida più grande per il settore?
“La sfida più grande è riuscire a dimostrare all’esterno che in realtà il settore conciario rappresenti un modello di economia circolare. Vogliamo riuscire a presentare dati e numeri che convalidino questo assunto. Durante il Congresso saranno organizzati alcuni lavori con questo scopo specifico. Il settore conciario ha delle grandissime potenzialità ed è, a tutti gli effetti, circolare e sostenibile. La sfida più grande perciò è riuscire a trasmettere questo messaggio: il riuso delle pelli è un grande servizio nei confronti di tutta l’umanità. Il non dover distruggere ed eliminare in maniera definitiva i residui del settore animale è un bellissimo messaggio di circolarità che il settore cuoio deve riuscire a comunicare all’esterno. Rendere questi materiali di scarto preziosi elementi di uso quotidiano è una delle nostre missioni principali”.
In un futuro ideale, secondo voi, una calzatura potrà essere completamente riciclata?
“Secondo me sì, ed è quello su cui tutti noi stiamo lavorando. Sono stati compiuti passi da gigante è molti residui di pelli e di lavorazioni conciarie possono essere già riciclati. Mano a mano che progrediremo nello sviluppo e nella ricerca, secondo me, la completa circolarità sarà un fatto concreto. Sarà possibile, per esempio, recuperare le pelli vecchie dalle borse e con queste ottenere qualcos’altro, donare loro una nuova vita. Anche solo una semplice rimacinazione permetterà una circolarità completa. Secondo me il settore è già su questa strada e, al passare di mesi e anni, I progressi saranno sempre più tangibili”.
Ultimissima domanda: fattore tecnologia, fattore uomo…si sposano ancora bene?
“Certo, si sposano ancora molto bene soprattutto nel settore conciario. Abbiamo fatti dei passi tecnologici notevoli, dei sostanziali miglioramenti dal punto di vista delle macchine e dell’automazione. Notevole però rimane il contributo che può dare la persona. La capacità creativa, l’esperienza, il know-how, come si dice oggi, dell’essere umano fa sì che queste macchine possano lavorare al meglio. Diciamo senza l’uomo la macchina da solo non può funzionare. L’automazione aiuta, sgrava di tutta una certa serie di lavori particolarmente pesante ma è l’uomo che, sfruttando questo tipo di macchine, riesce a dare vita a qualcosa di tangibile e utile. Quindi credo che in qualsiasi settore, compreso quello chimico, il nostro, la componente umana sia fondamentale”.

Giancarlo Lovato, Presidente del Congresso, assieme al Presidente di AICC Mariano Mecenero e a Laura Vantin, componente della Commissione Comunicazione dell’EuroCongress