ALETTI, industria di Varese, si conferma leader con i suoi macchinari dall’alto contenuto tecnologico, apprezzati e molto richiesti anche in altri settori
“In officina abbiamo attualmente quattro prototipi in fase di sviluppo, di cui due del settore pelle”. È questa l’anticipazione dell’ingegner Marco Aletti, presidente del CDA della ALETTI GIOVANNI & FIGLI di Varese, industria con 74 anni di esperienza (venne fondata nel 1947) nel settore conciario, dove è leader con i suoi macchinari dall’alto contenuto tecnologico, molto richiesti anche in altri settori, tra cui quello tessile, della microfibra, della gomma, del sughero e dei prodotti sintetici. L’ingegner Aletti è stato espositore al Salone Tanning Tech di Milano nella seconda metà di settembre e poi con il suo marchio ha partecipato all’evento ProssimaPelle tenutosi il 29 ottobre ad Arzignano.
“Tali prototipi – ha precisato il presidente Aletti – sono già stati collaudati e hanno risposto positivamente alle aspettative di progetto, ma dopo le esperienze del recente passato, prima di dare l’ufficialità, aspettiamo di avere il brevetto in mano per presentarli sul mercato, dove siamo convinti avranno un grande successo, grazie al contenuto decisamente innovativo. Noi siamo specializzati nelle macchine speciali e per fortuna abbiamo lavoro anche per la prima metà del 2022. Da sempre investiamo grandi energie e soldi nella ricerca, l’abbiamo fatto anche nell’ultimo biennio condizionato dalla pandemia sanitaria. Siamo fiduciosi per il futuro e, anche grazie alle agevolazioni relative all’Industria 4.0 chiuderemo il 2021 con un bilancio positivo”.
A preoccupare sono invece gli scenari esterni, non solo economici. “Ad essere penalizzato – aggiunge – è soprattutto chi esporta molto, per le spese aggiuntive legate a viaggi e trasferte, ma anche per l’aumento dei costi delle materie prime. Un altro problema generalizzato e in prospettiva ancora più preoccupante, in quanto non risolvibile nell’arco di qualche anno, è legato alla mancanza di manodopera, sia specializzata che non qualificata. Per fortuna in azienda abbiamo manodopera formata, che è storica, ma in prospettiva quando ci sarà il cambio generazionale sarà un problema che si prospetta molto serio. Stiamo lavorando intensamente in fase progettuale alla semplificazione delle lavorazioni e del montaggio delle nostre macchine per poter utilizzare operai sempre meno qualificati, pur mantenendo inalterata la qualità dei nostri prodotti, rivolgendoci a fornitori esterni specializzati, fortunatamente presenti nella nostra zona, per la realizzazione dei particolari ad alto contenuto tecnologico”.
“Per quanto riguarda la Fiera di Milano – conclude Aletti – è stato importante esserci, perché abbiamo potuto confrontarci tra colleghi, scambiare le opinioni dopo un tempo forzatamente lungo in cui non era stato possibile farlo. In questo modo abbiamo potuto condividere le problematiche che stanno fortemente penalizzando il comparto conciario, ma sicuramente anche altri. Era fondamentale ripartire, anche se poi, anche a causa di alcune pecche organizzative ed all’afflusso, come peraltro previsto, inferiore a quello delle precedenti edizioni pre-pandemia, i risultati non sono stati del tutto soddisfacenti”.


Marco Aletti