Tra le aziende già ripartite ancora prima del “via libera” post-pandemia c’è la PAJUSCO TECNOLOGIE di Montebello Vicentino, produttrice da oltre 60 anni di impianti all’avanguardia per il settore conciario in particolare automazioni e bottali con relativi accessori.
Nel 2020, l’anno peggiore per tutti i mercati mondiali, ma anche nella prima metà di quest’anno, l’azienda veneta è stata protagonista di un intenso lavoro di ricerca e sviluppo, che ha portato ad innovazioni relative a nuove soluzioni tecnologiche, capaci di portare nel 2021 al lancio di ulteriori tre-quattro brevetti.
“Non ci siamo mai fermati – conferma Olimpio Storti, Sales Manager – alcuni dei nostri tecnici hanno viaggiato ugualmente nel mondo, sottoponendosi alla doppia quarantena mentre io nei mesi scorsi ho effettuato alcuni lunghi viaggi in Europa, affrontati in auto, portandomi dei viveri da casa perchè tutti i locali erano chiusi. In questa parte finale della primavera il mercato del settore conciario si sta finalmente rimettendo in moto anche in Italia, noi lavoriamo soprattutto nel distretto della pelle di Arzignano, di cui facciamo parte, oltre che in Toscana e in Campania. In questo momento abbiamo in atto numerosi contatti, con vecchi e nuovi imprenditori conciari, che mai come in questo periodo di ripartenza, che arriva dopo quasi un anno e mezzo di mancati guadagni e pochissime richieste, sono alla ricerca di automazione e innovazione e quindi trovano nei prodotti Pajusco la soluzione ideale alle loro problematiche. Ogni investimento è basato su una tecnologia più avanzata possibile, quasi sempre avanti rispetto alla concorrenza, con richieste di personalizzazione, che rappresenta una delle nostre caratteristiche. È sempre stata la nostra forza customizzare un prodotto in base alle esigenze, siano di potenza, di spazio e di utilizzo che si rende necessario”.
Una preoccupazione è invece legata all’approvvigionamento delle materie prime. “Per alcune di queste – conclude Storti – si registrano impennate dei prezzi davvero incomprensibili, anche i costi dei trasporti sono aumentati del 35-40%. In queste condizioni un industriale che produce macchine rischia di dover aumentare a sua volta i prezzi, la speranza è che il sistema si riequilibri in tempi brevi”.
www.pajusco.com
Olimpio Storti