Ecotan, un confronto tra il contenuto di carbonio naturale della pelle e le alternative sintetiche

Le alternative sintetiche alla pelle sono spesso commercializzate come ‘bio- based’ per portare i consumatori a credere di fare la scelta migliore per l’ambiente. Tali soluzioni riescono a competere con le pelli Ecotan bio-circolari in termini di contenuto di carbonio naturale?
L’importanza del carbonio naturale nella riduzione delle emissioni
Secondo i principi della bio-economia, i prodotti che derivano da risorse biologiche rinnovabili contribuiscono ad un’immediata riduzione delle emissioni di carbonio. Il rilascio di questo tipo di carbonio nell’atmosfera non va a produrre più emissioni di quante ve ne siano già in circolazione. Inoltre, i materiali a base biologica sono più adatti a soddisfare le esigenze dell’economia circolare poiché sono tendenzialmente caratterizzati da una migliore biodegradabilità e possono essere smaltiti, tranne rare eccezioni, senza generare microplastiche. Gustavo Defeo, Amministratore Delegato di Ars Tinctoria, laboratorio specializzato in ricerca e analisi con sede a Santa Croce sull’Arno (Italia), afferma: “Per raggiungere la carbon neutrality, entro il 2050 come previsto dal Green Deal dell’UE, non dobbiamo rilasciare carbonio aggiuntivo nella biosfera. Questo significa scegliere materiali rinnovabili e limitare l’uso dei derivati di petrolio”.
Ars Tinctoria ha collaborato con il CNR-INO (Istituto Nazionale di Ottica) per la messa a punto di un innovativo test di spettroscopia SCAR (Saturated- absorption CAvity Ring-down) in grado di quantificare i livelli di carbonio naturale presenti nei materiali. “Questo test ci consente di misurare la quantità di carbonio che è stata trasformata dalla radiazione cosmica in Carbonio 14 (14C). Tale forma di carbonio, che si trova in tutte le forme di vita, è rilasciata naturalmente nell’atmosfera e può essere differenziata dal carbonio presente nei derivati di petrolio”, afferma Defeo. “In altre parole, possiamo misurare la circolarità di un materiale”.
Pelle Ecotan bio-circolare vs alternative vegane
Per condurre il test SCAR, Ars Tinctoria ha utilizzato calzature realizzate in pelle” “Ecotan, una nuova classe di pellami sviluppata da Silvateam, conciata con tannini naturali e altri biopolimeri. Il contenuto di carbonio naturale di queste pelli è stato quindi messo a confronto con diverse alternative promosse come circolari presenti sul mercato.
Mentre l’uso del termine ‘bio-based’ può far pensare che i materiali alternativi siano la scelta migliore per l’ambiente, secondo l’analisi SCAR di Ars Tinctoria, il contenuto di carbonio naturale nelle scarpe in pelle Ecotan è nettamente superiore rispetto al livello rilevato nelle alternative vegane.
Quanto è ampio il divario?
Il contenuto di carbonio naturale nella pelle Ecotan ha raggiunto il 96%, con solo il 4% di carbonio di origine fossile, mentre l’alternativa promossa come ‘bio-based’ che utilizza bucce e torsoli di mela ha raggiunto un mero 25% di carbonio naturale con il restante 75% proveniente da derivati fossili. Infine, i risultati mostrano che altre alternative sintetiche sono composte quasi interamente da carbonio di origine fossile, con un range compreso tra il 60% e il 100%. In un certo senso, il risultato è prevedibile se si considera che la pelle è composta da una struttura di collagene invece che da strati di PVC o poliuretano utilizzati nell’alternativa sintetica. Tuttavia, la presenza di tannini naturali conferisce alla pelle Ecotan un livello di 14C nettamente superiore alla norma. “Ciò che sorprende è che la pelle sia stata in grado di raggiungere percentuali così elevate di carbonio naturale senza particolari modifiche al processo di concia”, continua Defeo. “I valori raggiunto soddisfano ampiamente i target europei per i prossimi decenni. Questi risultati mostrano le alternative sintetiche per quello che sono: plastica con quantità variabile di fibre naturali”.
Trasformare la pelle Ecotan in un fertilizzante per emissioni “net- positive”
Uno dei maggiori problemi ambientali legati ai materiali alternativi alla pelle riguarda il loro smaltimento. “Ogni materiale rilascia carbonio una volta raggiunta la fine del suo ciclo di vita, attraverso la biodegradazione, il compostaggio o l’incenerimento”, afferma Defeo. “Tuttavia, a causa della “presenza di derivati del petrolio, qualora fossero biodegradabili, rilascerebbero carbonio che prima non era in circolazione nella biosfera. Non essendo questi materiali alternativi particolarmente biodegradabili, rilasciano microplastiche estremamente difficili da eliminare”. Invece, lo smaltimento delle pelli Ecotan comporterebbe emissioni vicine allo zero poiché il loro carbonio proviene quasi esclusivamente da fonti naturali e rinnovabili. Inoltre, gli alti livelli di idrossiprolina – un aminoacido proteico presente all’interno del collagene che funge da metabolita vegetale – consentono di trasformare la pelle in un fertilizzante, stimolando la crescita delle piante ed avendo un impatto positivo sulle emissioni.” ““Abbiamo incluso la pelle Ecotan nella nostra ricerca perché è stata progettata fin dall’inizio per essere trasformata in fertilizzante a fine vita, evitando l’uso di cromo o altre sostanze potenzialmente pericolose, come la glutaraldeide”, afferma Defeo. “Credo fermamente che questo tipo di pelle sia una delle soluzioni più sostenibili per il futuro del pianeta poiché non presenta rischi per la salute del consumatore, limita la proliferazione dei batteri e ha un contenuto di carbonio naturale intrinsecamente elevato che ne facilita la bio-circolarità. La pelle Ecotan restituirebbe semplicemente la stessa quantità di carbonio naturale nell’atmosfera o, se trasformata in un fertilizzante, aiuterebbe la crescita delle piante per un impatto complessivamente positivo sulle emissioni”.

SILVATEAM
www.ecotanleather.com