Ecotan diventa un marchio internazionale e compie passi da gigante nel suo cammino verso uno sviluppo sempre più sostenibile.
Ecotan è un progetto orgogliosamente italiano, che va molto oltre al mero business. Ecotan è sinonimo di catena del valore, di autentica evoluzione e di creazione di sinergie atte a definire un nuovo lifestyle. Alessandra Taccon – BU Leather Ecotan Project Director di Silvateam – che abbiamo incontrato in occasione dell’ultima edizione di Lineapelle, ci racconta i progressi di questa tecnologia sostenibile e il value chain intrinseco ad essa.
È davvero molto interessante constatare che sempre più aziende e persone conoscano Ecotan e lo percepiscano come una vera opportunità …
“Sicuramente parliamo di un importante game changer, un cambiamento radicale delle regole del gioco nell’industria conciaria. Passare da una mentalità che potremmo definire più chimica e di prodotto ad una mentalità di processo sostenibile e integrabile nell’ambiente non è affare da poco. La nostra grande sfida oggi è quella di rappresentare, attraverso Ecotan, una catena di valore e una forte sinergia con i nostri partner conciari. Noi lo chiamiamo il viaggio della sostenibilità”.
Possiamo dire che il cambiamento di mentalità va di pari passo con il cambiamento culturale?
“All’interno di questo concetto c’è una rappresentazione del nostro tempo: c’è il cambiamento di cultura, di tecnologia e, in generale, un’importante evoluzione … Ecco, anche la parola evoluzione mi piace molto perché tutte le tecnologie hanno un loro tempo e spazio, l’evoluzione è necessaria e fondamentale. Oggi esistono parametri ambientali e normative internazionali, tra i quali i 17 obiettivi SDGs dell’agenda ONU, a cui noi dobbiamo rispondere con urgenza; ci sono nuove esigenze produttive; c’è la necessità di ridurre le emissioni di CO2 e l’utilizzo delle risorse, ad esempio l’acqua e l’energia; e c’è l’esigenza di dare una nuova vita ai materiali che utilizziamo alla fine del loro ciclo d’uso, riportandoli in natura in diverse forme (biofertilizzante, compost, biostimolanti). Tutto questo ci pone chiaramente di fronte alla necessità di affrontare una serie di tematiche che modificano lo status quo, anche in un’industria storica e di grande tradizione come la nostra”.
Ci può dare un esempio di questa trasformazione?
“L’industria automotive, ad esempio. L’avvento del modello di auto elettrica ha posto un nuovo livello di attenzione sull’impatto ambientale dei veicoli ed, in generale, della mobilità (car sharing, car pooling). La conseguenza è che anche i sub-componenti come la pelle dovranno essere ripensati in ottica di riuso con conce senza metalli per favorire un alto indice di riciclabilità e compostabilità del materiale a fine vita”.
A fronte di questa analisi, oggi quali sono le vostre ambizioni?
“Le ambizioni sono molteplici, ma principalmente valorizzare la pelle, che è un materiale meraviglioso con un elevato contenuto di sostanza da fonte biologica fino al 96%, ma che spesso è stata oggetto di attacchi ingiustificati. Lo facciamo con una tecnologia di concia innovativa e green, sostenuta da parametri scientifici certi, da continui studi dedicati e collaborazioni con importanti centri di ricerca. Attraverso Ecotan, per la prima volta, è possibile aggregare tutta la filiera, dal sourcing all’articolo in pelle finito, disegnando un cammino del tutto nuovo”.
Siete soddisfatti di questi primissimi risultati?
“Sì, assolutamente. Abbiamo riscontrato, su basi scientifiche, che c’è una crescente sensibilità ambientale anche a livello di consumatore e questo corrobora la nostra determinazione. In Silvateam siamo molto esigenti con noi stessi, perciò questo percorso ci permetterà di migliorare in modo costante anche i nostri processi produttivi. Ad esempio, in questi ultimi mesi, in collaborazione con Spin360, stiamo lavorando sul Life Cycle Assessment di tutti i nostri prodotti concianti per definire un piano di miglioramento continuo, from cradle to gate”.
E come risponde la filiera della pelle?
“È un tema importante. Tutto il progetto Ecotan si sviluppa proprio all’interno di un concetto di catena di valore. La nostra volontà è aggregare sinergicamente tante esperienze diverse, quelle delle nostre concerie partner (Polaris, Camaleonte, Hashtag, Hae Sung Aida, La Scarpa, The White Industry, Panamericana solo per citarne alcune) con un unico obiettivo, quello di rispondere in modo concreto e misurabile ai parametri di sostenibilità senza dimenticare, tuttavia, temi come la creatività, l’estetica e il look & feel che distinguono la pelle”.
Abbiamo visitato alcuni dei vostri partner in fiera e il ventaglio di proposte continua ad ampliarsi. Quale feedback state ricevendo dal sistema fashion, che sappiamo avere esigenze molto particolari?
“Adottare un’innovazione non è cosa per tutti. Il sistema fashion sta cominciando a comprendere che la nostra è una tecnologia di concia all’avanguardia. Considerate che Ecotan è un sistema totalmente metal-free. Sicuramente non abbiamo scelto la via più veloce, piuttosto abbiamo preferito la strada verso una sostenibilità che guarda al futuro fatta di prodotti compatibili con l’ambiente e con la biocircolarità. È chiaro come da un lato ci sia l’esigenza di essere sempre più sostenibili e dall’altro c’è quella dell’innovazione di prodotto: la chiamo ‘learning curve’, cioè curva dell’apprendimento, ovvero la capacità di mettere insieme tecnologia e creatività. Credo che il sistema moda a livello internazionale abbia capito che la transizione è partita, che c’è bisogno di un cambiamento che deve poggiare su criteri scientifici, fatti di numeri, dati e metriche, tenendo le distanze da fenomeni di greenwashing”.
Oltre a un nome, finalmente, si sta comprendendo che c’è molto altro …
“Ecotan ha fatto un grande lavoro, sia in termini di networking con le grandi firme che di sviluppo tecnologico. Oltre all’ottenimento della certificazione del contenuto bio-based delle pelli Ecotan con il laboratorio toscano Ars Tinctoria, ci stiamo focalizzando su attività di comunicazione e formazione dirette ai marchi di moda e design con eventi unici come l’Openhouse in calendario a Maggio”.
E il tema deforestation free?
“Siamo stati i primi nel settore della produzione dei tannini a certificare una filiera ‘deforestation free’ che utilizza in modo responsabile, secondo lo standard PEFC, il legno dei boschi di castagno e di quebracho che usiamo come fonte di materia prima e la legislazione europea sta andando in questa direzione”.
Questo dimostra il fatto che si possono realizzare prodotti belli e, al contempo, realmente sostenibili …
“Assolutamente sì. Con Ecotan stiamo lavoriamo su più fronti: sia con le grandi firme che con brand più artigianali di grande spessore del nostro Made in Italy, in generale con tutto il mondo design che ha fatto della sostenibilità un focus imprescindibile. Questo crea varie piattaforme che interagiscono con noi e fra di loro in modo estremamente virtuoso con progetti di scarpe e borse di nuova generazione, tra cui il modello ‘Fit for Rebirth’. Ecco perché stiamo conglobando molteplici interessi intorno ad Ecotan”.
Quali sono le richieste dei brand?
“Ogni marchio identifica la sua formula e valori specifici: c’è chi valorizza la chimica verde; c’è chi dà priorità al metal free; c’è chi ha urgenza di realizzare un modello di upcycling, ovvero il tema della seconda vita perché in questo modo è possibile dare un senso alle risorse… Ognuno promuove gli aspetti più in linea con i propri consumatori e con la propria filosofia ambientale. Intorno ad Ecotan stiamo assistendo alla nascita e sviluppo di collaborazioni uniche con un network certificato che oggi riunisce oltre 40 concerie dall’Europa, al Centro America, al Brasile, alla Corea sino alla Cina”.

Alessandra Taccon, BU Leather Ecotan Project Director Silvateam


HASHTAG

CAMALEONTE

DVS

LA SCARPA

POLARIS