Fainplast affronta il delicato tema del cambiamento climatico lanciando sul mercato una nuova linea di compounds a ridotto impatto ambientale che sfrutta le potenzialità delle alghe
L’impatto ambientale della produzione della pelle è ormai noto a tutti e si estende a tutta la lunga e, talvolta complessa, filiera. Ridurre le emissioni di carbonio può migliorare la qualità dell’aria e salvare vite umane, oltre che avere un minor impatto ambientale. L’Europa è attualmente nel centro della trasformazione per diventare più rispettosa del clima mentre cerca di assumere un ruolo guida nella decarbonizzazione a livello globale. Gli obbiettivi mondiali e gli incentivi pubblici sono importanti, ma lo sono anche le azioni intraprese dalle imprese per contrastare il problema. Fainplast, azienda all’avanguardia nel settore delle materie plastiche, si fa promotrice di questo cambiamento mettendo a frutto competenze umane, edotta visione imprenditoriale, instancabile ricerca tecnologica e grande capacità d’innovazione. Nasce su queste basi la collaborazione tra la società marchigiana e Bloom, produttrice di materiali sostenibili per l’industria calzaturiera a base di alghe, eliminando così il petrolio. Ne parliamo con Vladimiro Fratini, Commercial Director, e Giovanni Tilli, Evatech Sales.
Stiamo vivendo un momento economico difficile. Come sta andando in casa Fainplast?
“Diciamo che noi non ci lamentiamo mai perché siamo sempre molto ottimisti, nonostante la situazione congiunturale che, come si dice in economia, non è particolarmente brillante. Chiaramente anche noi siamo impegnati a fronteggiare il rincaro dei costi dell’energia che sono balzati alle stelle. Vediamo ancora il bicchiere mezzo pieno, non mezzo vuoto. Purtroppo il prossimo anno sarà decisamente più difficile, anche se già lo scorso anno non è stato molto meglio. Oltretutto dobbiamo affrontare il problema legato alla disponibilità di materie prime. Siamo passati da un eccesso di domanda a una scarsa domanda con un eccesso di offerta. Dunque ci troviamo a competere in una situazione di mercato in generale più complicata”.
Quali azioni avete messo in campo per far fronte a questa sempre più esacerbante competitività?
“Storicamente ce la siamo sempre cavata, quindi continueremo a competere sul mercato con buona volontà e le nostre capacità in ambito tecnico e commerciale. È sempre stato molto difficile per noi; lo scorso anno lo è stato anche garantire alla nostra clientela un servizio sempre puntuale a causa della poca reperibilità dei materiali. Perciò ci siamo focalizzati sulla ricerca e sviluppo di prodotti e soluzioni nuove, continuando il nostro percorso di rinnovamento. La ricerca, le nuove tecnologie, l’innovazione sono per la nostra azienda elementi fondanti e basilari per poter mantenere e perfino aumentare, la capacità competitiva e la produttività, e far fronte ai nuovi bisogni del settore”.
Con quali nuovi prodotti vi siete presentati a Lineapelle?
“A quest’ultima fiera ci siamo presentati con nuovi compound sostenibili. Ricerca e sviluppo ci hanno impegnato moltissimo perché eravamo alla ricerca di soluzioni concrete, anche misurabili, che potessero essere presentate come prodotti a basso impatto ambientale: in poche parole qualcosa che avesse realmente un effetto positivo. Abbiamo individuato una partnership molto interessante con la americana Bloom, che ci ha permesso di sviluppare una serie di prodotti che contengono alghe. Microalghe per la precisione. Naturalmente è stato necessario fare uno studio approfondito su come poterle utilizzare, ma i risultati sono stati molto soddisfacenti. Perciò, grazie all’utilizzo di questi biomateriali e alla plasticità naturale delle alghe, abbiamo sviluppato una nuova linea che mantiene le principali caratteristiche dei compound EVAtech, preservando al contempo le risorse ambientali e riducendo le emissioni dell’industria calzaturiera”.
Quali sono i benefici che derivano dall’utilizzo delle alghe?
“Le alghe catturano e convertono l’anidride carbonica naturalmente. Attraverso la sua raccolta, Bloom immagazzina le alghe dannose, pulisce l’acqua e risana l’ambiente. Finalmente abbiamo un esempio concreto di come calcolare il beneficio del nostro operato sull’ambiente, in termini di acqua che è stata pulita, aria che non è stata ulteriormente inquinata, e di quella quantità specifica di alghe che sono state sottratte a un processo di deperimento che sarebbe avvenuto con certezza. La sfida per noi è stata usarle senza modificare le caratteristiche fisiche e chimiche del compound. Ci siamo riusciti”.
Come avere raggiunto l’obbiettivo?
“Innanzitutto abbiamo trovato il partner giusto e successivamente abbiamo investito in maniera importante in ricerca. Fainplast è una azienda che storicamente investe molto. Abbiamo i macchinari, sono presenti ben tre laboratori all’interno del nostro stabilimento, sviluppiamo apparecchiature specifiche e siamo spinti da una forte motivazione. È cruciale ricordare che siamo anche certificati per questo. Ciò valorizza l’impegno di aziende come la nostra verso filiere sempre più sostenibili. La tutela dell’ambiente deve essere al primo posto”.
Quali reazioni avete avuto dal mercato rispetto a questa nuova tipologia di prodotto?
“L’interesse è generale. Tutti parlano di ambiente e vogliono fare qualcosa per salvaguardarlo. Ne abbiamo tutti bisogno, sia per motivi legati alla nostra sopravvivenza, sia per motivi di marketing e di crescita aziendale. L’orientamento del settore ancora non è ben definito ma noi ci crediamo e continueremo a investire. Siamo molto ottimisti e già da quest’anno partiremo con due nuove produzioni”.
Lo sforzo che state facendo in questa direzione è pregevole. Lavorare sulla sostenibilità però non è facile. Manca ancora una cultura piena e consapevole. Pensate che questo approccio possa diventare presto la normalità?
“Legato al materiale biocompatibile, cioè proveniente da prodotti biologici, esiste un problema di limite dovuto proprio alla disponibilità di questi ultimi. Per alcuni prodotti di derivazione bio, c’è il forte rischio di toglierli all’alimentazione umana. Su questo tema c’è un grande dibattito in corso. Dovranno trascorrere ancora tanti anni”.
Torniamo al problema della reperibilità delle materie prime…
“Sì, le risorse sono limitate, ci vorrà tempo prima che si raggiunga un equilibrio stabile. Un po’ come è accaduto per l’energia proveniente da fonti rinnovabili. Dobbiamo aspettare. Il mercato deve ancora trovare la strada giusta e consolidare la direzione verso sostenibilità ambientale. Noi di Fainplast vogliamo essere pronti per tutte le opzioni che ci saranno sul tavolo”.
Siete estremamente versatili, immagino la clientela ve lo riconosca?
“Non realizziamo solo granulo per le calzature. Il nostro impiantoè all’avanguardia ed è dotato di ben 23 linee di granulazione che ci consente di produrre compound per differenti tipi di applicazioni, come l’edilizia o il medicale. La nostra è una grande industria con vocazione artigianale, nel senso buono del termine. L’artigianalità rimane un tema fondamentale per noi e per i nostri clienti che si declina nell’essere capaci di soddisfare le richieste dei clienti, garantire un servizio impeccabile e lasciare anche un po’ di spazio alla creatività, che per questo settore è molto importante”.
Quale settore vi dà più soddisfazioni rispetto agli altri?
“A livello aziendale, il settore calzaturiero ci regala molte soddisfazioni. Ma non è l’unico: in questo momento, per farle un esempio, il settore cavi ha una crescita esponenziale, nello specifico il rivestimento dei cavi per pannelli solari. Stiamo assistendo ad un boom clamoroso per il quale, al momento, non riusciamo a soddisfare la domanda. Siamo in una fase molto critica legata all’aumento indiscriminato dei prezzi. Anche noi attendiamo fiduciosi il ritorno alla normalità”.

Vladimiro Fratini, Commercial Director
