L’obiettivo del suolificio FRASSON-RUBBERMAC è offrire soluzioni sostenibili, funzionali a ogni esigenza di mercato. Il focus è sull’innovazione, il servizio e il rispetto dell’ambiente che ci circonda
Le origini del suolificio Frasson risalgono al 1918, quando il capostipite, Antonio Frasson, apriva a San Martino di Lupari, in provincia di Padova, un piccolo laboratorio per la produzione di zoccoli in legno. Oggi, quella della famiglia Frasson è una storia d’impresa lunga cinque generazioni, da sempre impegnate sul campo nel trasformare un’azienda a vocazione locale in un Gruppo specializzato nella produzione e distribuzione in Italia e all’estero di suole e fondi in gomma, PU, TPU ed EVA per calzature da trekking, alpinismo, antinfortunistica e moda. Gianni Frasson è l’attuale direttore generale. Accanto a lui i figli Carlo e Alberto, coinvolti a 360 gradi nella gestione e amministrazione della società con sede a Loria, in provincia di Treviso.
Alberto De Rossi, direttore commerciale, ci racconta l’evoluzione dell’azienda e le nuove frontiere tracciate all’indomani della pandemia.
Alberto De Rossi, quali sono state le principali scelte imprenditoriali che hanno favorito la crescita e l’affermazione del suolificio Frasson nell’ambiente calzaturiero italiano e internazionale?
Dopo una prima fase strettamente locale in cui la Frasson produceva suole per le calzature realizzate nel nord Italia, negli ultimi decenni l’azienda è passata a un’organizzazione strutturata che ha cambiato le dinamiche e il rapporto con il mercato e con i clienti. La lunga continuità famigliare garantisce che il prezioso bagaglio di esperienze e conoscenze consolidatosi nel tempo venga ben integrato con le nuove figure innestate nel team.
Il passo decisivo verso il completamento della propria struttura produttiva e il miglioramento del servizio al cliente è stato compiuto nel 2013 con l’acquisizione del 100% delle quote di Rubbermac, un’importante azienda storica di Udine, dove ancora oggi stampiamo le suole in gomma per il comparto della sicurezza e del trekking.
Da qualche stagione stiamo riscontrando forti contaminazioni tra prodotto tecnico e prodotto moda, oggi infatti non è più sufficiente la perfezione estetica dell’articolo calzaturiero, fondamentali sono anche tutta una serie di requisiti tecnici come il comfort, la leggerezza, la morbidezza. Con le nostre tecnologie e il nostro know-how sui materiali siamo in grado di cavalcare questi cambiamenti e rispondere alle richieste dettate dalle crescenti partnership instaurate con i migliori brand del settore.
Quali sono i principali punti di forza su cui l’azienda ha costruito e continua a costruire il suo successo?
Al di là delle performance di prodotto, sicuramente il servizio, verso il quale abbiamo un’attenzione quasi morbosa. Se vogliamo competere con le maggiori aziende internazionali del settore sappiamo di dover puntare tutto su un customer service a 5 stelle, con le sue mille sfumature e sfaccettature. Per offrire il massimo servizio e supporto ai clienti di oggi e di domani abbiamo da decenni scommesso su un team giovane e tecnico, al passo con i tempi e in formazione costante. Un lavoro di consolidamento che, stagione dopo stagione, ci ha portato nel 2020 a un’età media in azienda di 35 anni, contro quella europea di 42. Di questo siamo molto orgogliosi.
La strada verso la sostenibilità passa invece dagli investimenti in ricerca e sviluppo e dall’innovazione. Quali sono le strategie vincenti compatibili con l’esigenza di non impattare sull’ambiente, consumando meno risorse e producendo meno rifiuti in discarica?
La sostenibilità è un argomento sempre caldo, da una decina d’anni sul tavolo di tutte le aziende del settore e non solo. Le imprese tuttavia hanno incominciato a investire concretamente nella produzione di suole ecosostenibili soltanto nell’ultimo biennio. Noi abbiamo cercato di trasformare il periodo di scarso lavoro causato dalla pandemia in un’opportunità, riuscendo finalmente a dedicare tempo e teste a un nuovo brevetto che, di fatto, mira a ridurre gli sprechi di materiale e il loro conferimento in discarica. E-compound è la nuova mescola ottenuta da un mix di materiali con una quantità di riciclato che, per la gomma, raggiunge il 40% dell’intero composto. La vera sfida è stata non compromettere le performance delprodotto, ma equipararle a quelle di una suola costituita al 100% da materia prima vergine. Se a questo aggiungiamo la tecnologia Ecobond, il servizio al cliente diventa ancora più ecofriendly.
Brevetto di cui la Frasson è già da alcuni anni licenziataria esclusiva in Europa, Ecobond è un sistema di incollaggio completamente privo di solventi, alternativo a quello tradizionale. Il film è in grado di incollare sia i vari componenti della suola tra di loro sia la suola alla tomaia. Sempre maggiore da parte della clientela è la richiesta di applicare la pellicola anche sull’estremità della suola, che dovrà soltanto essere riportata in temperatura prima di procedere all’incollaggio della tomaia, evitando così ogni dispersione in atmosfera di sostanze chimiche dannose alla salute dell’operatore.
L’attenzione verso il contenimento dei consumi energetici ci impone di investire continuamente anche sulla tecnologia di processo, caratterizzata da un inevitabile work in progress al fine di raggiungere le stesse performance di produzione con un sempre minore impiego di energia.
Quali sono oggi le nuove sfide da affrontare per soddisfare l’instancabile richiesta di novità del mercato? Esistono ancora nel vostro settore spazi per inventare dal punto di vista delle prestazioni dei materiali e dell’originalità del design?
È una domanda che ci poniamo regolarmente anche noi. Organizziamo meeting con il nostro staff tecnico per arrivare ogni volta in fiera con qualche novità da proporre e il quesito che mi rivolgo ormai da dieci anni, da quando sono in azienda, è sempre lo stesso: “Cosa è cambiato dalla scorsa stagione?”. Scopriamo che non è mai finita perché macchinari, materiali, prodotti chimici sono in continua evoluzione per offrire nuove possibilità di sviluppo. Le novità sono alle porte e le presenteremo puntuali a ogni edizione.
Dal punto di vista del design, mettiamo la tecnica al servizio dell’estetica. È nostra abitudine sedersi accanto al cliente, coglierne le esigenze e il target di prodotto, creando così un ottimo equilibrio tra look e performance.
Nasce di conseguenza il capitolo della riservatezza, che non si può più dare per scontata: ogni singolo progetto richiede un impegno non indifferente in termini contrattuali e di responsabilità verso il cliente.
Quali sono i vostri principali clienti?
Frasson nasce nel mondo outdoor e dell’antinfortunistica anche per il posizionamento all’interno dello sportsystem di Montebelluna. Il nostro mercato principale è europeo, anche se ormai le richieste di cooperazioni internazionali sono all’ordine del giorno.
Quale impatto ha avuto il Covid-19 sulla vostra attività?
Al di là del grossissimo problema sanitario, a inizio 2020 la pandemia ha fortemente impattato sul business, i numeri sono crollati, ma dopo la riapertura a giugno/luglio la ripresa si è dimostrata altrettanto sostenuta. Il comparto dell’outdoor è andato bene perché la gente aveva bisogno di “evadere dalle mura domestiche” e questo ci ha fatto recuperare parte del terreno perduto in primavera, al punto che abbiamo registrato un disavanzo minimo rispetto alle aspettative. Il settore antinfortunistico ha rappresentato un volano di crescita: il mondo della sicurezza nella sua vasta accezione non si è mai fermato, assicurandoci una continuità lavorativa che si è rivelata di grande aiuto.
È stato comunque un anno difficilissimo dal punto di vista produttivo e degli approvvigionamenti, per le numerose variabili in gioco che ancora oggi non ci consentono di fare previsioni a medio lungo termine. Un problema ancora più grande è stato gestire le risorse umane: grazie al prezioso supporto di tutti i collaboratori, siamo riusciti a superare questo periodo così complicato, ma alcune scelte del governo sono risultate sicuramente penalizzanti per affrontare il momento e il futuro prossimo. L’azienda comunque non si è lasciata scoraggiare dalle difficoltà, dando il via a importanti investimenti per ampliamenti delle aree produttive in Italia: presto saremo pronti a offrire ambienti di lavoro più confortevoli, oltre a una qualità di prodotto e servizio al cliente superiore.
Il mercato europeo al momento sta andando bene, anche se la pandemia ci ha insegnato a non dare nulla per scontato. Vediamo invece un Far East in difficoltà che potrebbe innescare un fenomeno di reshoring “forzato”, fonte di opportunità per le realtà produttive del nostro continente.

Gianni Frasson con i figli Carlo (a destra) e Alberto

La missione di Frasson è creare suole e componenti innovativi di qualità, adottando soluzioni produttive ecosostenibili