Per il secondo anno consecutivo allestito in Fiera il plastico con il metodo che rivoluziona il modo di conciare: l’industria vicentina produce tecnologie sempre più richieste sul mercato
Gsc Group prosegue la propria sfida nell’ambito della sostenibilità. Per il secondo anno consecutivo l’industria di Montebello Vicentino (comune del distretto della pelle di Arzignano), leader nello sviluppo e realizzazione di prodotti chimici per diversi segmenti del settore conciario, tra cui concia, riconcia, tintura e rifinizione, ha allestito al Simac Tanning Tech, in fiera a Milano, il grande plastico che riassume l’innovativa tecnologia che sta rivoluzionando il modo di conciare sfruttando una risorsa italiana, un sottoprodotto della produzione dell’olio di oliva, di cui il nostro Paese è il secondo produttore al mondo.
“Nello stand abbiamo esposto nuovamente il plastico – conferma Diego Cisco, Export Sales Director del Gruppo – per insistere sulla tecnologia “metal free”, che in italiano abbiamo chiamato AVO (Acque di Vegetazione Olearie), mentre in inglese OMW (“Olive Mill Wastewater”, ossia acque reflue dei frantoi). Il progetto, sul quale stiamo lavorando da più di due anni assieme ad altre aziende, ognuna competente per il suo ruolo e importanti partner, tra cui società e prestigiose università italiane, rappresenta la nostra tecnologia di punta, ad oggi tra le più sostenibili presenti sul mercato, come alternativa della concia al cromo. Quest’ultima rimane la più utilizzata per lavorare le pelli, anche per il fatto che ha un costo notevolmente più basso. Difficile fare un quadro preciso a livello di numeri, ma indicativamente il cromo continua ad avere più del 65-70% del mercato, ma tutto ci fa pensare che la strada è giusta, il futuro ci darà ragione. Il rimanente 30-35% è sicuramente una percentuale destinata a crescere, anche alla luce delle normative internazionali che stanno andando nella direzione di una sempre maggiore tutela ambientale”.
“Nel nostro Dna – prosegue l’Export Sales Director – da sempre siamo vicini ai clienti, sono stati anche loro a portarci ad investire negli anni nelle scelte sostenibili: come succede quando si fa ricerca non tutti i progetti sono andati a buon fine, ma alla fine la “OMW Leather Technology”, ora coperta da un brevetto, si sta dimostrando vincente. In particolare sulla qualità non ci sono dubbi: a parlare per noi sono le pelli prodotte, non è solo un messaggio commerciale. Tuttavia non è stato facile, abbiamo dovuto fare notevoli investimenti e superare diverse complessità, ad esempio nella messa a punto, anche se siamo convinti che ora la nostra tecnologia sia abbastanza facile e replicabile. Alla fine è evidente un alto contenuto di biodegradabilità, visto che sono presenti tutti gli ingredienti che oggi richiede il mercato per fare pelli sostenibili: con orgoglio lo riteniamo un messaggio importante, purtroppo il mondo della pelle, per diversi motivi, sta subendo una cattiva pubblicità di prodotto non sostenibile e la nostra è una risposta importante”.
A fianco di Cisco, nello stand, da segnalare la presenza di Diego Carlotto, che del Gruppo è responsabile per l’Italia del settore umido, ossia la fase più importante nello sviluppo di un articolo. “Alla nuova tecnologia Gsc Group il mercato italiano – le sue parole – sta rispondendo bene, nel corso degli ultimi 12 mesi, sino al settembre di quest’anno, si è registrato un forte interesse soprattutto da parte dei marchi del fashion: sono loro che vengono da noi a chiederci informazioni e notizie su questa tecnologia che poi vanno a proporre e trasferire ai loro fornitori, tra cui le concerie che sono già nostri clienti. Se sino a metà 2023 l’interesse era legato quasi esclusivamente al comparto automotive, da sempre il più sensibile e ricettivo per tale cambio di strategia, oggi si sta estendendo sui brand dell’alta moda che sempre più fanno della sostenibilità un loro cavallo di battaglia. Nel frattempo anche i clienti dei famosi brand, che siamo noi alla fine, sono maturati, si stanno informando di più, anche i social ci stanno aiutando. Alla fine sta diventando una scelta obbligata perseguire questo tipo di tecnologia derivata da scarti e rifiuti. Magari non sarà un processo velocissimo, ma la strada è ormai segnata e indietro non si torna”.

Diego Carlotto, responsabile per l’Italia del settore umido e Diego Cisco, Export Sales Director di Gsc Group
