Gusbi, expertise e know-how al servizio del cliente

Gusbi, leader del mercato nella produzione di impianti per suole e calzature in poliuretano, guarda al futuro e promuove pratiche più sostenibili e un’assistenza al cliente di livello superiore.

La parola “sostenibilità”, di alto valore intrinseco e di uso talvolta abusato, è stata interpretata diversamente nel corso degli anni. Oggi, la sostenibilità è intesa come il luogo in cui si intrecciano economia, realtà sociale e salute ambientale. Irene Bianchi, Responsabile Programmazione e Controllo Gusbi S.p.A., condivide con noi la sua prospettiva, ovvero quella di coniugare in maniera sempre più efficace e radicata le proprie competenze con tecnologie fortemente innovative, e sostenibili, perché la chiave per rimanere competitivi è continuare a investire sul rinnovamento continuo del proprio know-how per far fronte alle nuove esigenze del mercato.
Quali sono i progetti sui quali state attualmente lavorando?
“La tecnologia delle nostre macchine si evolve quotidianamente. Quelle che possono essere integrate, a miglioramento del funzionamento dei nostri macchinari, sono l’elettronica e la robotica. Ogni nostro macchinario, rispetto alle versioni precedenti, è in continua evoluzione, soprattutto negli ultimi anni dove ci siamo molto concentrati sul fattore ambientale. Grazie anche alla materia prima lavorata dalle nostre macchine, ossia al poliuretano, oggi si riesce a creare un prodotto con una percentuale abbastanza elevata di prodotto riciclato. La nostra tecnologia, che in realtà è nata moltissimi anni fa, si è riadattata miscelando il poliuretano con scarti di suole o scarti di tomaia. In pratica cosa facciamo? Tutti gli scarti che si ottengono vengono sminuzzati in piccolissime parti per poi essere miscelate all’interno delle nuove suole, creando così una vera e propria circolarità dei materiali di scarto. Questo processo rappresenta un ulteriore tassello nella costruzione di una politica reale di rispetto verso l’ambiente”.
Alla ricerca di una maggiore sostenibilità, è questo il nuovo mantra?
“In realtà la cosa bella è che Gusbi era già pronta a soddisfare questo tipo di richiesta perché questa tecnologia, che viene utilizzata per miscelare il poliuretano con gli scarti di materia prima, si utilizza da molto tempo per realizzare le suole in poliuretano miscelate con sughero. Perciò il prodotto c’è già e, oggi, possiamo anche garantire la stessa qualità e le stesse performance anche su questo tipo di suole. Non è stato scoperto nulla di nuovo: si lavora sulla base di una tecnologia già esistente, riadattata in un altro modo”.
In questa ottica di evoluzione green, avete avviato anche un percorso di decarbonizzazione?
“La nostra azienda, essendo associata ad Ascom, lavora costantemente per mantenere la sua targa verde. Alcuni paesi europei, come ad esempio la Spagna e il Portogallo, ci richiedono questa particolare certificazione, che attesta appunto il calcolo della carbon footprint, in modo tale che loro possano comunicare al cliente finale quali siano i consumi per produrre un paio di suole o un paio di scarpe”.
Cosa vi riconosce maggiormente il mercato oggi?
“La nostra storia, il nostro know-how. Gusbi nasce nel lontano 1946, quando il poliuretano non esisteva ancora. Quando negli anni ‘70 si è iniziato ad usare questo materiale per produrre le suole, noi siamo cresciuti insieme con lui. Noi siamo stati i primi a lavorare questo materiale e non l’abbiamo mai abbandonato. Possediamo una specializzazione unica che ci consente così di entrare in diversi settori. Quindi non solo calzature, ma anche filtri, biciclette, ruote dei passeggini e altro. Nel corso del tempo abbiamo avuto inoltre la possibilità di creare un vero e proprio archivio di tutte le schede macchina dagli anni ‘80 in poi. Questo ci consente di garantire un servizio puntuale anche a chi possiede macchinari un po’ più datati”.
Per Gusbi il servizio al cliente è stato sempre un tassello fondamentale…
“Da anni, la Gusbi si avvale di squadre locali in tutti in continenti, formate direttamente in azienda, che offrono supporto ai nostri clienti nel mondo. Questo servizio è sempre stato molto apprezzato, specialmente durante gli scorsi due anni in cui non si poteva viaggiare: anche in questo frangente, infatti, abbiamo potuto assicurare i consueti servizi di installazione e assistenza in loco.”
Si sta facendo un gran parlare di reshoring, di ritorno delle produzioni in Italia a causa della mancanza di manodopera. Sappiamo che la manodopera incide moltissimo sul costo finale dei prodotti. In che modo Gusbi affronta il problema?
“Eliminare l’uomo non è possibile né immaginabile. Ciò che è necessario fare è ridestinare l’operatore. Per esempio, sulle nostre macchine normalmente devono lavorare cinque operatori che hanno il compito di estrarre le suole e spruzzare il distaccante. Grazie alla nostra collaborazione di oltre vent’anni con la ditta Autech Toscana li abbiamo potuti sostituire con la robotica. Ma questo non ha significato eliminare il contributo umano. Ciò che è necessario è far sì che le competenze degli operatori cambino, che siano più specifiche rispetto all’utilizzo delle moderne tecnologie e dell’elettronica installata. Si tratta di riqualificazione non di eliminazione”.
Ultima domanda: come nascono le tecnologie che apportate ai vostri macchinari?
“Il segreto è ascoltare molto attentamente le esigenze dei clienti. Gusbi lavora ininterrottamente al miglioramento e alla customizzazione delle sue macchine in modo da soddisfare ogni suo tipo di richiesta e necessità in maniera puntale e veloce”.

GUSBI.COM

Irene Bianchi, Gusbi S.p.A.’s Planning and Control Manager