Innex, innovare per lavorare protetti e leggeri

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Innex propone alla propria clientela una vasta gamma di soluzioni innovative e personalizzabili, che spaziano dall’abbigliamento da lavoro a quello per i rischi elevati, fino alle calzature.

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All’avanguardia, funzionali, performanti, traspiranti, comodi. Tutti gli articoli a marchio Innex si distinguono non solo per l’intenso lavoro di ricerca in materia di lavorazioni e tessuti innovativi, ma anche per la grande attenzione dedicata al design e al concetto di vestibilità. Fondata nel 2015, l’azienda con sede a Barletta è oggi una delle realtà più apprezzate nell’ambito della progettazione, produzione e vendita di soluzioni di ultima generazione per il mondo del lavoro – capi di abbigliamento, dpi, calzature -, che possono anche essere confezionate su misura e personalizzati. Obiettivo dichiarato è quello di rendere la sicurezza confortevole e durevole nel tempo. A questo proposito, abbiamo parlato con Antonio Diterlizzi, fondatore e CEO di Innex, dei nuovi progetti in cantiere legati al mondo delle calzature antinfortunistiche.

Antonio Diterlizzi, fondatore e CEO di Innex
Antonio Diterlizzi, fondatore e CEO di Innex
Antonio Diterlizzi, founder and CEO of Innex

Antonio Diterlizzi, da quando ha iniziato a lavorare nel settore delle calzature di sicurezza? Io lavoro in questo campo da circa 30 anni. Nel 1992, ho dato il via alla divisione Cofra Safety Shoes all’interno di Cofra che, all’epoca, produceva solo scarpe sportive, e l’ho gestita fino al periodo 2000/2001. Poi, dopo aver gestito da Direttore Generale Jallatte in Francia, nel 2006, ho fondato Base e mi sono occupato della gestione dell’azienda fino al 2014. Nel 2015 è stato invece il turno di Innex. Quindi, diciamo che ho acquisito una certa esperienza nell’ambito della calzatura di sicurezza. Infatti, sia in Cofra che in Base ho depositato diversi brevetti innovativi a mio nome.

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Come mai si è specializzato proprio in questo campo? È stato un caso. Io sono approdato in Cofra come ingegnere esperto in automazione industriale. Lì ho sviluppato il promo robot per la cardatura e, per alcuni anni, mi sono occupato dell’innovazione di tutte le fasi del processo di lavorazione. Un giorno si presentò un cliente alla ricerca di qualcuno che gli producesse una scarpa da lavoro: in Cofra si era fatto qualche piccolo tentativo in passato, ma nulla di più. Mi sono occupato io di questo progetto e ho deciso di seguire le linee guida tracciate dalle norme europee riguardo i requisiti da soddisfare. Il risultato finale è stata una scarpa sportiva da sicurezza. Siccome Cofra era specializzata nella realizzazione di calzature sportive, abbiamo deciso di creare un modello colorato, leggero e dal design accattivante che ha riscosso immediatamente un grandissimo successo sul mercato. Per la prima volta, infatti, una scarpa da lavoro non era né nera né marrone, non era fatta solo in pelle, era bella da vedere e da indossare. Il prodotto è stato lanciato nel 1993, partecipando alla prima fiera A+A. La mia esperienza in questo campo è continuata poi in Base e in Innex.

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Come detto in precedenza, Innex è stata fondata nel 2015. Qual è il core business dell’azienda?
Siamo partiti specializzandoci nell’ambito dell’abbigliamento professionale per due categorie fondamentali di settori: il mondo dell’artigianato, dove abbiamo sviluppato il catalogo ad hoc con la licenza Ducati, e quello della protezione ad alto rischio. Quindi, diverse linee multi-rischio per la protezione del corpo, che hanno conquistato un’interessante fetta di mercato all’interno di aziende medio-grandi che affrontano quotidianamente rischi di questo tipo. Sono tutti prodotti di alta gamma realizzati con tessuti molto innovativi, molto tecnici ma anche confortevoli. Infatti, la missione con cui siamo nati è quella di conferire ai dispositivi di antinfortunistica un alto livello di comfort.
Da un annetto a questa parte, abbiamo iniziato a investire anche in ambito calzaturiero: siamo sul mercato da metà del 2019 con una prima linea di scarpe e ora ne stiamo sviluppando altre due.

Ci può dire qualcosa di più su questo progetto? Per noi, i concetti fondamentali sono due: leggerezza e traspirabilità. L’operaio che indossa la scarpa da lavoro tende a lamentarsi proprio di questo: del fatto che fa sudare molto il piede e che è troppo pesante. Quindi, noi abbiamo deciso di concentrarci su questi due argomenti e di realizzare una componentistica capace di ovviare in maniera efficacie a queste problematiche.

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Quali sono i tratti distintivi di questa calzatura?
Innanzitutto, abbiamo brevettato un nuovo puntale in plastica, costruito da noi per essere più leggero e traspirante: infatti, è l’unico puntale che vanta il 6% della superficie aperta e che ha uno spessore in punta di 5,5 mm, il più basso tra i modelli adesso disponibili sul mercato. Questa sua struttura particolare, oltre all’assenza di qualsiasi tipo di colla, garantisce un maggiore effetto traspirante. Inoltre, abbiamo sviluppato un sottopiede dalla forma particolare, provvisto di cupolette che vengono schiacciate mentre si cammina, favorendo in qualche modo un miglior riciclo dell’aria al di sotto del piede, una delle aree dove si accumula più sudore. Senza dimenticare che le nostre scarpe da lavoro sono strutturate come quelle per uso civile: quindi, tramite giochi di spessori, abbiamo fatto in modo che il piede sia al di sopra del profilo della suola e che possa traspirare anche lateralmente. Questo insieme di cose si combina con materiali per la tomaia che sono estremamente tecnici, leggeri, dei tessuti performanti, ad alta resistenza all’abrasione e alla trazione, che abbiamo mutuato dal comparto abbigliamento. L’obiettivo è quello di realizzare una scarpa in cui la pelle venga via via sostituita da questi tessuti tecnici, così da renderla meno pesante e più fresca, garantendo al contempo standard eccellenti a livello qualitativo e di performance. Tutto questo è il frutto di un costante lavoro di innovazione tecnologica.

Avete già cominciato la commercializzazione di questo prodotto? Non ancora. Per ora siamo sul mercato con una linea intermedia, sempre molto leggera, ma che non presenta questo tipo di componentistica. La linea è in via di certificazione e dovrebbe entrare in commercio nei prossimi mesi. Comunque, l’articolo è già stato testato ed è già oggetto di brevetto: siamo rimasti davvero molto soddisfatti per i risultati ottenuti dai test d’impatto che hanno mostrato come le prestazioni di questo puntale in plastica siano di molto superiori, circa del 20% rispetto a quelle dei modelli in acciaio.

Avete già scelto il nome per questa linea? Si chiamerà Oxygen, un nome che trasmette l’idea di freschezza, di leggerezza, del fatto che ci sia un benessere generale. Riteniamo che l’ossigeno sia l’elemento che in natura esprima meglio questo tipo di concetto.
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