Intervista all’On. Mauro Lucentini – Speciale Regione Marche

L’ON. Mauro Lucentini della Commissione Permanente Politiche Unione Europea sostiene il comparto calzaturiero di Fermo, nella ricerca di soluzioni immediate e concrete

Provvedimenti a breve e a medio termine. Queste sono le richieste urgenti avanzate dalle aziende del distretto calzaturiero fermano-maceratese – massima espressione dell’eccellenza manifatturiera e dell’artigianalità italiane, riconosciute e apprezzate in tutto il mondo – che stanno attraversando una fase critica dovuta alle conseguenze dell’emergenza sanitaria e ulteriormente esacerbata dallo scoppio del conflitto in Ucraina. Caro energia, rincari dei prezzi delle materie prime, ma anche difficoltà nel gestire un mercato instabile e nel reperire manodopera qualificata. Tutte problematiche che rischiano di minare seriamente il tessuto sociale e imprenditoriale dell’intera area. Cosa fare per rispondere al grido d’aiuto lanciato dalle imprese? Ne abbiamo parlato con l’Onorevole Mauro Lucentini, parlamentare che conosce molto da vicino le dinamiche e le esigenze del territorio marchigiano, da sempre in prima linea al fianco di imprenditori e cittadini. E che, a Lineapelle e Micam, ha raccolto le testimonianze e le richieste di aziende in difficoltà, ma desiderose di ripartire.

La presenza delle istituzioni a manifestazioni come Lineapelle è sempre un segnale molto forte. Anche quest’anno lei era presente con il Dott. Ubaldi, Sindaco di Montegranaro, e il Dott. Ortenzi, Presidente della Provincia di Fermo e Sindaco di Montegiorgio. “Io provengo da un paese, Montegranaro, che è, a livello nazionale, la capitale della calzatura, cuore del distretto calzaturiero fermano-maceratese, a sua volta primo a livello europeo per produzione di calzature a livello manufatturiero. Dal 1999 partecipo ogni anno ai due appuntamenti di Lineapelle, quello di marzo e settembre, anche se quest’anno il primo è stato anticipato a febbraio. E a Micam, ovviamente. Nei tre giorni in cui ho visitato le due manifestazioni, uno è stato dedicato alle visite con i miei due colleghi. La vicinanza delle istituzioni agli imprenditori in un momento così particolare è imprescindibile, visto che è un susseguirsi di momenti ‘sbagliati’: prima la crisi calzaturiera, poi la pandemia, adesso la guerra che coinvolge non solo Russia e Ucraina ma anche tutta l’Europa. Quello che ne consegue è sotto lo sguardo di tutti: notevole aumento dei costi energetici e delle materie prime, e blocco degli acquisti. Perciò è importante per noi esserci. Lo stesso Matteo Salvini, Segretario della Lega, ci ha raggiunti in Fiera per partecipare alla riunione con Gino Sabatini, Presidente della Camera di Commercio delle Marche, Andrea Santori, Presidente Svem – Sviluppo Europa Marche, ovvero la nuova società che rappresenta il braccio operativo dello Sviluppo Economico, il precedente Sindaco della Provincia e gli imprenditori locali”.

Cosa è emerso da questa vostra visita in fiera? Che tipo di interventi vi chiedono oggi le aziende? “Facendo una analisi, già con le prime sanzioni che erano state applicate alla Russia, molte aziende mono-mercato erano entrate in sofferenza con la conseguente necessità di riorganizzarsi per sopperire alla chiusura dell’export verso quei paesi. Oggi gli imprenditori ci chiedono innanzitutto due tipi di provvedimenti: uno a brevissimo termine e uno a medio termine. Per quanto riguarda l’immediato, le soluzioni richieste fanno riferimento principalmente alla liquidità che possa dar loro una boccata d’ossigeno: una cassa integrazione in deroga per le aziende, un ristoro sui magazzini fermi, come era successo ai tempi del covid, e infine anche un ristoro per quanto riguarda i mutui che sono costretti ad accendere per fare andare avanti le aziende. A medio termine, invece, stiamo portando avanti una battaglia su un altro tema molto caldo. In passato è stato approvato un Decreto Sud, o Bonus Sud come viene anche chiamato, che prevede uno sgravo fiscale alle aziende, ovvero l’abbassamento del 30% del costo del lavoro. Questa decontribuzione però arriva fino all’Abruzzo non comprendendo le Marche che in questo momento ne avrebbe davvero bisogno. Entrambe le soluzioni richieste sono state da noi portate sui vari tavoli, sia a livello regionale che a livello parlamentare. Io ho parlato di Covid e di guerra ma non ci dimentichiamo il sisma. Questo distretto combacia con l’area del cratere del sisma 2016. La nostra regione è martoriata a tragedie su tragedie. Qualcuno l’ha definita la tempesta perfetta. È necessario dare delle risposte. Nel 2018, grazie al mio impegno e di altri colleghi, siamo riusciti a far riconoscere il distretto fermano maceratese – che comprende una quarantina di comuni- come area di crisi complessa, ora è importante che si riempia di contenuti, anche attraverso la fruizione di tutte le possibili agevolazioni in campo. Altrimenti cosa accade? Che alcune aziende chiudono nelle nostre provincie per aprire in Abruzzo. Una migrazione che ha delle forti conseguenze, anche sociali, che non possiamo permetterci.”

In questa situazione che potremmo definire tragica, ha avuto modo di riscontrare almeno un aspetto positivo? “Un aspetto positivo c’è: a tenere in piedi la situazione ci sono i grandi marchi che, gradualmente, stanno spostando la produzione nel nostro distretto e stanno facendo lavorare conto terzi tutte quelli artigiani che prima producevano per conto proprio”.

Quali sono le tempistiche per questi provvedimenti? “Le soluzioni a breve termine sono già inserite negli emendamenti che abbiamo presentato nel Decreto Ristori Ter, oggi al Senato, e che successivamente andranno alla Camera. Per la restante parte ci siamo dati due o tre settimane di tempo perché in questo momento che ci vede impegnati anche sul fronte della guerra è davvero tutto più difficile. Abbiamo da tempo avviato una interlocuzione diretta con il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che conosce bene la tematica. Prevedo che nell’arco di un mese si possa affrontare questa risoluzione”.

In che modo secondo lei si andranno a declinare le sinergie tra Italia e Unione Europea per far fronte alle problematiche legate al conflitto? “Italia e Unione Europea stanno già lavorando insieme, come è accaduto sulla questione carburanti. Con i prossimi decreti il focus sarà lavorare con l’Europa e i Ministeri competenti per dare una risposta sulla questione energetica. Ci sono aziende che si sono viste triplicare le bollette. Non so se basterà ma abbiamo la responsabilità di fare almeno un primo passo. Prima che scoppiasse il conflitto, grazie al supporto del Sottosegretario alla Salute e Sanità, ero riuscito a far approvare il riconoscimento del vaccino Sputnik in modo che tutti i buyer russi potessero entrare in Europa e in Italia in occasione delle fiere – per questo che si era deciso di posticipare Micam di qualche settimana. Ci dispiace che dopo una sola settimana sia scoppiata la guerra. Siamo persone abituate a rimboccarsi le maniche, anche in questo caso faremo ciò che c’è da fare”.

Sviluppare sinergie tra pubblico e privato in questo momento potrebbe avere un senso? “Come accennato in precedenza, noi abbiamo un organismo molto importante che è lo Svem, attraverso cui transitano tutti i fondi e bandi europei più importanti. Uno dei nostri compiti oggi è anche quello di accompagnare le aziende nelle procedure di accesso di questi bandi. Con il nuovo Presidente, Andrea Santori, che non è un politico (per la prima volta) ma un imprenditore molto legato al territorio stiamo progettando appunto diverse iniziative”.

Idealmente lei cosa si aspetta dal futuro per le nostre aziende italiane? “Auspico innanzitutto che ci sia una vera ripresa. E questa ripresa sarà possibile anche grazie a una nuova idea di formazione professionale che stiamo portando avanti da un anno con una battaglia atta a reperire finanziamenti per le aziende che fanno formazione direttamente in fabbrica. Sembra un paradosso ma in questo momento di crisi è difficilissimo reperire personale specializzato. Tod’s, per esempio, è alla ricerca di 400 operai. La sinergia tra pubblico e privato sotto questo aspetto è fondamentale ma soprattutto spero che arrivino sempre più brand e che non si perda l’artigianalità e la professionalità di quelle piccole aziende che hanno fatto grande il nostro distretto e il nostro stesso tessuto sociale”.