Menghi Shoes, dal 2009 cresciuta sempre in controtendenza, l’azienda di Loreto, in provincia di Ancona, è una realtà tra le più importanti nel settore calzaturiero. Il suo punto di forza: la produzione interamente made in Italy Stivali, ballerine, infradito, ciabattine, décolleté, shopping bag e bauletti: se li cerchiamo in plastica – ma quella di qualità, a marcatura CE, priva di qualsiasi sostanza dannosa alla salute – dobbiamo rivolgerci a lei. Emanuela Menghi, l’imprenditrice marchigiana che oggi amministra un gruppo di tre società (AlemPlast Srl, Menghi Shoes & Co e Menghi Srl) con un insediamento produttivo di ottomila metri quadri e duecentocinquanta dipendenti, è colei che ha scoperto il lato chic della gomma, anticipando e consolidando, tra le grandi firme della moda, il trend delle calzature e accessori in materiale plastico.

EMANUELA MENGHI, fondatrice e amministratrice unica del marchio.
Emanuela Menghi, da sempre lei conduce una crociata contro la plastica cinese “nociva e di cattivo odore”. Per quali aspetti si differenzia la calzatura prodotta nei vostri stabilimenti di Loreto? Le nostre calzature sono così impeccabili e ricercate che non temiamo confronti. I grandi marchi della moda ci scelgono perché siamo in grado di offrire un prodotto qualitativamente elevato pur partendo da materiali di per sé economici. Crediamo molto nella gomma termoplastica che ci assicura un livello di eccellenza che compete con la calzatura in pelle di lusso. Investiamo ingenti risorse sull’innovazione: ciò che ci identifica è la specializzazione acquisita nell’applicazione di complementi e Swarovski e la capacità di anticipare le tendenze, nelle linee, nei colori. Il nostro articolo è molto costoso perché richiede l’utilizzo di stampi perfetti, ognuno dei quali è una voce di spesa che varia dai diecimila ai quindicimila euro. Non abbiamo mai delocalizzato la produzione, che possiamo definire 100% made in Italy.
Siete molto conosciuti per il prodotto estivo, meno per quello invernale. Quali sono i motivi? È vero, non abbiamo nessuna difficoltà a promuovere l’estivo, mentre il prodotto invernale incontra ancora delle resistenze da parte del consumatore. Non siamo soddisfatti dei risultati di crescita raggiunti finora, anche alla luce dei grandi sforzi che stiamo facendo. Paesi come la Russia ritengono erroneamente che la calzatura di plastica non sia adatta per affrontare il freddo, invece non si bagna ed è in grado di tenere il piede al caldo attraverso l’uso di fussbett in montone e interni in pile.
Quali modelli di calzature, oltre allo stivale, intendete sviluppare per trainare la linea invernale? La scarpa sportiva per tutti i giorni è una tendenza molto sentita. Stiamo studiando una nuova linea di sneaker in plastica da uomo e da donna che presenteremo al Pitti di Firenze. Punteremo sull’aspetto creativo per attirare il cliente e veicolarne l’attenzione sull’intera produzione invernale.
Quali sono i progetti futuri relativi allo sviluppo della vostra brand identity? Lavoriamo principalmente come terzisti dell’alta moda con le maison più importanti al mondo. Tuttavia vogliamo invertire questa tendenza per non dipendere soltanto dalle griffe: stiamo investendo sulla comunicazione per far crescere il brand Menghi, per portarlo a un livello più alto di notorietà. Abbiamo in progetto l’apertura di negozi monomarca nelle location più strategiche. I mercati da cui riceviamo maggiori richieste sono l’Italia e l’Europa, ma siamo ben introdotti in Russia, in Turchia, in Giappone e persino in America nonostante la penalizzazione dovuta alla presenza di dazi molto alti sulla plastica. www.menghishoes.com

Modelli cult della collezione estiva Menghi Shoes

I modelli fotografati al Micam: la
collezione Menghi Shoes per il prossimo autunno-inverno punta sull’abbinamento con materiali naturali quali la pelle, il lapin, la pelliccia