PAJUSCO, azienda di Montebello Vicentino, produttrice da oltre 60 anni di impianti all’avanguardia per il settore conciario, vanta il record delle dimensioni dell’impianto
“Costruiamo bottali da 5 metri di diametro e 5 metri di lunghezza, che allo stato attuale sono sicuramente i più grandi al mondo”. L’annuncio arriva dalla sede della PAJUSCO TECNOLOGIE di Montebello Vicentino, comune che fa parte del distretto della pelle di Arzignano, produttrice da oltre 60 anni (l’azienda, fondata nel 1960, fu poi portata avanti da Giuseppe Storti e ora condotta dai tre figli) di impianti all’avanguardia per il settore conciario in particolare automazioni e bottali con relativi accessori.
“La novità degli ultimi mesi – precisa con soddisfazione il Sales Manager Olimpio Storti, titolare dell’azienda assieme ai fratelli Silvio e Giovanni – è proprio l’allargamento delle dimensioni e conseguentemente anche la capacità di portata di questo bottale, che va a completare una gamma già molto ampia, composta da varie misure e quindi per ogni esigenza. Ovviamente si è trattato di un passo ponderato e non certo improvviso: probabilmente già prima di quest’ultimo “step” la nostra azienda produceva il bottale più grande in assoluto, adesso ne siamo praticamente certi. Ovviamente saremmo a conoscenza se esistessero, anche in altri continenti, bottali di altri con misure superiori, a noi risulta che quelli della concorrenza sono più piccoli. Il nostro bottale più grande del mondo, già collaudato e prodotto, visto che abbiamo venduto all’estero i primi esemplari, è stato presentato ufficialmente, ovviamente attraverso dépliant e filmati, viste le dimensioni, al Salone Tanning Tech della Fiera di Milano dal 22 al 24 settembre e poi all’evento ProssimaPelle ad Arzignano del 29 ottobre, registrando immediatamente subito grande interesse e curiosità”.
Che potenzialità hanno questi bottali da record e cosa fanno in concreto?
“La capacità di carico è di quasi 60 mila litri di liquidi o in alternativa un carico di pelli di 30 mila kg, ossia 30 tonnellate. Di fronte a questi numeri pare superfluo dire che siamo di fronte alle massime potenzialità esistenti sul mercato globale. L’ampliamento delle dimensioni del bottale non è stato pensato e realizzato soltanto per permettere grandi produzioni, ma anche per un risparmio considerevole di energia, di acqua e di prodotti chimici all’interno del ciclo produttivo della conceria, ma nel contempo garantisce anche una migliore qualità della pelle. Per quanto riguarda l’attività svolta, si va dalle primissime fasi del lavoro, nell’ordine la lavorazione di calce, il rinverdimento e la procedura di concia vera e propria, ossia tutta la fase del cosiddetto bagnato. Senza dimenticare che questi impianti sono tutti dotati del sistema OBELIX, che a sua volta garantisce un’ottima qualità della pelle ed è regolato da una serie di sensori e sistemi innovativi di controllo, sia interni ed esterni: anche in questo caso siamo attualmente gli unici a proporli”.
Che ragionamento avete fatto nel decidere questo ulteriore ampliamento delle misure?
“Se un imprenditore possiede una linea di bottali di “tot” dimensioni, aumentando la capacità di carico di un singolo bottale può avere garantita la stessa produzione giornaliera riducendo il numero delle macchine, ma soprattutto, come spiegato, avendo nel contempo un risparmio generale complessivo dei conti economici. Senza dimenticare che in questo modo ci si può garantire ulteriore spazio fisico in azienda dove collocare eventualmente ulteriori macchinari per altre produzioni. Al cliente, sia nuovo che vecchio, che nel nostro caso sono esclusivamente le concerie, noi consigliamo proprio questa soluzione: bottali più grandi possibili e meno macchine. In realtà la nuova proposta che noi garantiamo è un nuovo “pacchetto” complessivo notevolmente migliorato, dotato anche del sistema di filtrazione, già brevettato, che ci ha visti arrivare per primi sul mercato. Con un aspetto fondamentale legato alla difesa dell’ambiente: questi filtri garantiscono una maggiore sostenibilità”.
Una volta arrivate le richieste come procedete?
“Quelli destinati all’estero spediti in vari container e poi montati una volta arrivati a destinazione. Nel caso di una vendita nel distretto di Arzignano, già avvenuta e con altre richieste in arrivo, in questo caso il montaggio viene realizzato nel nostro capannanone e poi la macchina viene trasportata già assemblata. Tra gli ordini di questi ultimi mesi del 2021 c’è un nostro affezionato cliente, titolare di un’importante conceria, che è venuto a trovarci in Fiera a Milano e ha fatto una prenotazione “a scatola chiusa”, senza averlo ancora visto all’opera, a conferma della fiducia che ripone nel nostro marchio e nel nostro staff di lavoro. Il lavoro, a livello di ordini, non ci manca, possiamo dire di essere ben coperti per buona parte del nuovo anno”.
In termini numerici quante pensate di costruirne nel 2022 e quale potrebbe essere mediamente la produzione standard?
“Fare una stima in questo momento appare molto difficile, anche in considerazione dei dubbi legati alle turbolenze dell’economia globale a causa della pandemia sanitaria e del problema relativo alle materie prime, non solo per gli aumenti, in certi casi incontrollati e insostenibili, ma per la reperibilità delle stesse sul mercato, che di fatto mettono a rischio i piani produttivi, riteniamo di tutte le aziende. Per il resto siamo tuttavia sicuri che il bottale 5 metri x 5 potrà interessare molto sia in Italia che nel resto del mondo. Quindi ci auguriamo che quanto prima si possa tornare alla normalità pre-Covid, di certo questo per noi sarà un “asso nella manica” per il futuro, visto che la nostra gamma completa, dal più piccolo al più grande, garantisce la possibilità di scegliere qualsiasi misura dell’impianto”.
Bottali da primato assoluto, ma il vostro principale punto di forza rimane sempre l’automazione, giusto?
“Assolutamente sì. Soprattutto per quanto riguarda l’automazione collegata ai bottali riteniamo di essere in assoluto i “numeri uno”, non avendo rivali in grado di competere con le nostre idee e con le nostre tecnologie, che peraltro vengono continuamente aggiornate e migliorate. In pochi anni abbiamo stravolto il concetto di automazione, in virtù dell’aggiunta di una serie infinita di opzioni, che prima non esistevano: tra queste anche l’automazione personalizzata, quindi in grado di rispondere a qualsiasi esigenza del cliente. Oltre a proporre le novità, abbiamo aggiunto anche la possibilità di operare da remoto o via satellite, anche con l’uso di uno smartphone. Ovviamente tutte le novità sono brevettate, noi continueremo ad investire molto in sviluppo e ricerca, perchè la nostra filosofia imprenditoriale è sempre quella di proporre delle cose innovative, anche diverse ogni anno. Non ci ha rallentato neanche l’allarme sanitario, anzi abbiamo avuto più tempo per studiare e perfezionare ulteriormente i macchinari della nostra gamma produttiva”.
Rispetto a quasi due anni fa, cioè dal febbraio 2020, come è cambiata la vostra percentuale di export in base al fatturato?
“Prima dell’era Covid il nostro fatturato all’estero variava tra il 70% e l’80%, mentre adesso si aggira attorno al 50%, con delle differenze anche sostanziali tra i singoli Paesi, con un aumento medio in Europa e un calo negli altri continenti. In compenso siamo cresciuti anche in Italia, specificatamente ad Arzignano, dove ci conoscono tutti. Crediamo fortemente nei nostri progetti, come dimostrano anche i nostri cospicui investimenti, che hanno riguardato anche il nuovo sistema di follonaggio”.