In Relaxshoe, l’impegno per l’innovazione e la ricerca di autenticità che da sempre caratterizzano questo storico marchio della calzatura italiana, conferiscono alle collezioni dedicate alla donna una combinazione di comfort, tecnologia e stile.
Pandemia, lockdown e cambiamenti non hanno modificato la volontà dell’azienda veronese di rimanere il punto di riferimento per la scarpa comoda italiana nel mondo. Ce lo ribadisce in questa intervista Gianfranco Modenese, alla guida dell’azienda assieme ai figli Giuseppe e Paolo.
Tre marchi rappresentano l’attività di Relaxshoe; ci può dire come sono nati?
Sin dall’inizio della mia attività, ho sempre cercato di presentare ai clienti diverse tipologie di calzature. Oggi continuiamo su questa scia, portando avanti le diverse linee, che ora si articolano su tre marchi. Relaxshoe è il marchio storico dell’azienda, nato proprio con la scarpa comfort ed evoluto poi negli anni verso il segmento moda. Attualmente questo marchio si rivolge principalmente all’estero, dove la scarpa comfort di stile italiano viene molto apprezzata.
Easy’n’Rose è un marchio nato dall’esigenza di rivolgersi direttamente al dettaglio.
Galmod invece rappresenta l’altro “ramo” della nostra azienda: l’iniettato. La produzione varia dalla calzatura completamente iniettata (tutto plastica o EVA), alle calzature con tomaia in pelle e suola in gomma iniettata.
Dopo due anni difficili, cosa vi aspettate dal mercato della calzatura?
Ci auguriamo un veloce ritorno alla normalità, anche se si sono sviluppate nuove modalità per l’acquisto delle calzature. Anche noi abbiamo dato impulso all’e-commerce, una modalità di acquisto che si è resa necessaria durante il lockdown e che resiste anche dopo la riapertura dei negozi.
Esiste secondo Lei una ricetta per superare lo stallo dovuto al disastroso 2020?
Dopo il lockdown e la pandemia è diventato ancora più impellente andare a visitare i clienti. Abbiamo lavorato in videochiamata ma riteniamo che vedere una scarpa in video sia diverso che vederla dal vivo. Per questo motivo abbiamo aumentato le visite ai clienti in quest’ultimo anno e mezzo che, senza fiere, è stato impegnativo.
La pandemia ha cambiato il mercato internazionale? Si è tornati a produrre in Europa e in Italia come si auspicava?
L’importazione di calzature dall’ Estremo Oriente si sta rivelando difficoltosa. Ritengo che molte aziende preferiranno riportare la produzione in Europa che può dare maggiori garanzie relativamente ai tempi di consegna. Qualcosa si sta già muovendo, anche perché al momento c’è difficoltà a trovare container per spostare le merci e i prezzi medi dei trasporti sono schizzati alle stelle. Importare da alcune zone del mondo, a questo punto, è meno conveniente.
L’emergenza sanitaria ha riportato a galla con prepotenza quella ambientale. Qual è la vostra posizione rispetto alla necessità per l’industria calzaturiera di diventare più sostenibile?
Siamo in continua evoluzione da questo punto di vista. Il mondo sta cambiando e dobbiamo cambiare anche noi, anche per andare incontro alle aspettative dei consumatori. Per Relaxshoe è importante informare il consumatore relativamente al fatto che le calzature sono prodotte in maniera eco sostenibile. Abbiamo inoltre avviato una serie di progetti ambiziosi, legati al green in varie parti del mondo.
Già da tempo i materiali che usiamo, rigorosamente conformi alla normativa Reach, vengono testati alla fonte. Inoltre, tutti i prodotti che utilizziamo per le nostre calzature sono materiali certificati. Sempre in ottica di sostenibilità abbiamo installato nella nostra azienda un sistema di pannelli fotovoltaici che ci consente di autoalimentarci dal punto di vista energetico.
Considerate le vostre calzature dei prodotti “green”?
La calzatura totalmente “green” è attualmente impossibile da produrre, in quanto alcuni materiali non possono essere riciclati completamente, ma ciò che conta è che tutto il contesto di produzione sia sostenibile. Energia pulita, materiali a norma di legge, testati e super controllati, impegno nella mitigazione dei cambiamenti climatici e dei loro risvolti sociali: è così che le nostre scarpe sono eco-friendly.
Mi ha parlato di sostegno a progetti legati all’ambiente in varie parti del mondo. Di cosa si tratta?
Sono progetti che ci stanno particolarmente a cuore e che ci permettono di compensare le emissioni di CO2 che non possiamo ridurre. Ciò che non riusciamo a fare direttamente lo facciamo indirettamente, sostenendo progetti di mitigazione dei cambiamenti climatici in varie parti del mondo che, oltretutto, contribuiscono anche al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni. Stiamo sostenendo la realizzazione di un parco eolico in Turchia e la protezione delle riserve forestali in un’area della Tanzania, progetti con implicazioni sociali e ambientali molto più importanti di quanto si possa spiegare in questa sede.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Migliorarci giorno per giorno, questo è il nostro unico vero progetto.
Vogliamo farci conoscere per una certa tipologia di prodotti, sportivi, comfort, casual e eleganti, migliorando sempre di più la qualità della nostra produzione, al fine di raggiungere una fascia di clientela sempre più ampia, e portare lo stile italiano della calzatura in tutto il mondo.
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