L’azienda chimica di Montebello Vicentino, da 34 anni al fianco delle industrie conciarie di tutto il mondo, conferma le proprie leadership e concretezza in tema di sostenibilità
Un risultato molto soddisfacente a livello economico, in periodo di pandemia, caratterizzato da un aumento del fatturato che nel 2021 è stato addirittura superiore a quello degli ultimi anni “pre-COVID”. Ma anche un importantissimo traguardo rappresentato dall’ottenimento della certificazione al Livello 3 di ZDHC, acronimo di “Zero Discharge of Hazardous Chemicals”, che tradotto significa “Scarico zero di sostanze chimiche pericolose”: è l’asso nella manica di SYN-BIOS SpA di Montebello Vicentino, industria chimica che da quasi trentacinque anni fornisce le industrie conciarie di tutto il mondo. Il percorso da tempo intrapreso dalla famiglia Gastaldello consiste nell’investimento continuo e concreto nell’ambito della sostenibilità, che negli ultimissimi anni ha portato anche all’ideazione di due nuove gamme di pigmenti microdispersi in sistema acquoso, l’una denominata “METAL-FREE”, la seconda “NIR TECHNOLOGY”.
La prima gamma, METAL-FREE, è appositamente selezionata per realizzare pelli in fase di rifinizione, secondo la definizione della norma UNI EN 15987:2015: “Pelle animale convertita in cuoio, il cui contenuto totale di tutti i metalli concianti nel cuoio (cromo, alluminio, titanio, zirconio, ferro) è minore o uguale allo 0,1% (massa della somma di tutti i metalli/peso secco totale del cuoio)”.
La seconda gamma, NIR TECHNOLOGY, consigliata specificatamente per articoli per il settore automotive, sfrutta la tecnologia di riflessione dello spettro della luce solare nel vicino infrarosso (in inglese Near InfraRed, da cui NIR). Normalmente i pigmenti scuri assorbono le radiazioni solari e di conseguenza si scaldano molto più dei colori chiari, che riflettono fino al 90% dell’energia luminosa e quindi rimangono più freddi. Le radiazioni solari presentano un ampio spettro di lunghezze d’onda, tra cui la zona del vicino infrarosso (NIR), invisibile all’occhio umano e responsabile dell’aumento di temperatura di tutto ciò che viene esposto alla luce. L’energia luminosa è assorbita dalle superfici scure in modo più significativo rispetto ad una chiara e trasformata in maggiore energia termica. Gli articoli pigmentati con i colori NIR TECHNOLOGY, anche quelli più scuri, non assorbono le radiazioni nel vicino infrarosso, ma le riflettono, con la conseguenza che non si scaldano come le superfici realizzate con un normale pigmento che non sia IR riflettente. Ciò si traduce in una differenza di temperatura che si riduce anche fino a 20°C. Oltre a questa caratteristica peculiare, i colori, ad alta resa e copertura, sono stati selezionati e studiati al fine di garantire la massima resistenza ai test di solidità alla luce, migrazione su PVC e stabilità al calore, come richiesto nella realizzazione di articoli per il settore automotive.
“Il fatturato globale dello scorso anno – conferma Enrico Gastaldello, al vertice dell’azienda assieme al padre Daniele, tuttora presidente nonché fondatore di SYN-BIOS nel 1988 – rappresenta un risultato molto soddisfacente, che ci inorgoglisce. Il 2021 non è stato certamente un anno facile, per le note problematiche sanitarie legate al COVID-19, ma, grazie al proficuo lavoro svolto sia a livello R&D che commerciale, sia in Italia che in diversi mercati esteri dove abbiamo migliorato e rafforzato la rete di vendita, abbiamo equiparato la quota percentuale di fatturato estero a quella nazionale. Anche nel complicato biennio caratterizzato dalla pandemia, grazie agli ottimi rapporti instaurati nel tempo, abbiamo sempre mantenuto i clienti a noi fidelizzati, che hanno continuato ad operare con noi in virtù della reciproca fiducia e stima professionale”.

Enrico Gastaldello
In questo inizio 2022 che risposte state avendo dai mercati esteri con cui avete ripreso a trattare?
“E’ una situazione che sta evolvendo a macchia di leopardo, dipendente non solo dalle macroaree, ma anche a mio avviso dai singoli Paesi. L’Italia ha attestato una crescita del giro d’affari, consentendoci di ottenere la performance complessiva. Un altro problema che abbiamo dovuto affrontare, percepito ovunque a livello globale, riguarda l’aumento esorbitante ed incontrollato dei costi delle materie prime, che obbliga ovviamente anche noi ad incrementare i prezzi. I nostri clienti hanno compreso la difficoltà del momento: nel periodo pre-pandemia tali aumenti non sarebbero stati compresi ed accettati”.
Un grande risultato che avete raggiunto di recente è la certificazione al Livello 3 di ZDHC, ottenuta a settembre 2021…
“Se si escludono le grandi aziende multinazionali, SYN-BIOS è stata tra le primissime aziende totalmente private ad ottenere tale certificazione, nonché sicuramente quella con il portfolio prodotti registrati più ampio. La nostra è stata una scelta lungimirante: l’iter ufficiale è iniziato ancora a marzo 2020, anche se l’idea era nata già qualche anno prima, quando il Progetto era sconosciuto alla maggioranza, mentre ora la richiesta di conformità dei prodotti alla lista delle sostanze soggette a restrizione di ZDHC sta diventando il requisito minimo per i brand internazionali e i marchi dell’alta moda. Il Livello 3 è infatti un ulteriore riconoscimento di conformità che assicura che la ditta certificata abbia la completa gestione delle sostanze chimiche, dal momento in cui entrano in azienda, per essere lavorate, fino a quando acquistano lo status di rifiuto, selezionando quindi in tal senso anche tutti i fornitori. Tutta la filiera è controllata e tracciabile. Inoltre, si deve dimostrare di aver piena conoscenza della pericolosità dei prodotti utilizzati e di aver implementato una quanto più attenta gestione dei rischi ad essi correlati, minimizzando la possibilità di infortuni o malattie professionali, ed eventi di contaminazione delle matrici ambientali.
Il processo di certificazione è stato portato avanti all’interno della nostra sede dalla dottoressa Giulia Fontana, direttore tecnico di SYN-BIOS, la quale, per il conseguimento dell’obiettivo, se ne è occupata quasi esclusivamente per un anno e mezzo: è stata proprio lei tra le prime a credere nel progetto, per offrire ai clienti prodotti chimici più sicuri. Una cosa è certa: alle spalle deve esserci un’azienda solida e strutturata, con figure specializzate e altamente professionali in grado di ricoprire un compito gravoso”.
Cosa rappresenta per voi questa ulteriore certificazione?
“Si tratta di un risultato di grandissimo prestigio, ma nel contempo anche della conferma dell’ulteriore “step” legato alla strategia imprenditoriale di disporre sempre dei migliori strumenti con cui affrontare i temi ambientali e della sicurezza in fatto di salute del lavoratore e del consumatore, anticipando di gran lunga anche gli stessi obblighi di legge. E’ stato un investimento strategico, che pone la nostra gamma di prodotti al top del livello di qualità: tutto è legato al concetto di economia circolare, al rispetto dell’ambiente e al ciclo di vita completo del prodotto, dalla produzione al consumatore finale, in un percorso riconosciuto e completamente tracciato. Il livello di informazione e formazione è stato portato a tutti i livelli per una maggior consapevolezza nell’utilizzo di una chimica più sicura. Ogni azienda dovrebbe infatti gestire correttamente i prodotti nelle varie fasi del processo produttivo, dall’arrivo allo stoccaggio, dalla manipolazione allo scarico dei reflui, per poi infine dimostrarsi proattiva nella sostituzione delle sostanze chimiche pericolose”.
Quanto è stato difficile ottenere questo risultato?
“È stato un percorso molto impegnativo, per nulla scontato, al contrario di una tradizionale certificazione per cui è richiesto di dimostrare di possedere ed eseguire correttamente le procedure di lavoro previste dalla normativa. Per il terzo livello di ZDHC è innanzitutto necessario essere certificati secondo le norme ISO 9001 ed ISO 14001, punto di partenza per analizzare tutti gli aspetti aziendali, dalla selezione dei fornitori, ai capitolati di acquisto, alle analisi delle materie prime, alla gestione delle sostanze nel ciclo produttivo, eliminando tutto ciò che può contenere le sostanze soggette a restrizione, controllando in toto il Life Cycle Assessment. Una difficoltà ulteriore è stata quella di portare avanti tale progetto durante la pandemia, per cui si sono sommate tempistiche più lunghe nei controlli e problematiche nel relazionarsi durante le verifiche di parte terza. La complessità dell’iter rende il raggiungimento della certificazione al Livello 3 ancora più prestigioso per chi lo ottiene. Noi, con orgoglio, possiamo dire di esserci riusciti, grazie all’impegno che ci contraddistingue, in questo caso veramente notevole per l’utilizzo di risorse umane e di investimenti economici”.
Voi ritenete che il Terzo Livello di ZDHC rappresenti un “passepartout” obbligato per il futuro?
“Sicuramente sì, per certi aspetti lo è già ora, come rispetto di un capitolato volontario richiesto da molte concerie. Per un brand, così come per gli attori della filiera, è una mossa strategica in un mercato che sta già cambiando per essere sempre più sostenibile. Proprio l’analisi peculiare di ogni aspetto della gestione delle sostanze chimiche è una garanzia che consente alla conceria di vendere tranquillamente i propri articoli ai brand e alle grandi firme, con la consapevolezza che le pelli sono state trattate con prodotti chimici sicuri al 100%. Sul portale di ZDHC sono elencati tutti i nostri prodotti certificati, per comunicare direttamente a qualsiasi cliente ciò che è conforme alla lista delle sostanze soggette a restrizione. In questo modo all’imprenditore od al manager conciario si può garantire la soluzione migliore esistente sul mercato: ad oggi non c’è un mezzo più sicuro e affidabile di utilizzare prodotti certificati al Livello 3 di ZDHC”.

