
Importante svolta chiesta direttamente dal sindaco di Arzignano Alessia Bevilacqua: “Serve una visione nuova, basata su ricerca e innovazione per garantire un futuro di ulteriore sviluppo al nostro distretto conciario”, Ing. Chiorboli: “ridurremo il carico di fanghi di conceria e gli inquinanti pericolosi”
Durerà circa un biennio, almeno sino alla fine del 2022, il Piano Sperimentale per una nuova soluzione al problema dello smaltimento dei fanghi di origine conciaria prodotti dall’impianto di depurazione di Arzignano gestito da ACQUE DEL CHIAMPO Spa. Si tratta di un importante progetto per il Consorzio, operante nella vallata omonima e forte alle spalle di una storia di oltre 40 anni, che vanta come azionisti dieci comuni dello stesso comprensorio conciario: oltre ad Arzignano, gli altri sono Altissimo, Brendola, Chiampo, Crespadoro, Lonigo, Montecchio Maggiore, Montorso Vicentino, Nogarole Vicentino e San Pietro Mussolino.
Con sede centrale ad Arzignano ed estesa su un’area di 155 mila mq, ACQUE DEL CHIAMPO si occupa in modo centralizzato e a 360 gradi dei servizi di acquedotto, fognature, depurazione e smaltimento fanghi in discarica. Per questo motivo rappresenta un punto di riferimento per le aziende conciarie del territorio, con 135 di loro (in pratica la quasi totalità) che sono servite da una rete di collettamento degli scarichi connessa all’impianto di depurazione industriale. Ma sono anche altri i numeri che fanno di ADC un vero colosso a servizio della collettività e del mondo economico: quasi 200 dipendenti, 10 milioni di metri cubi erogati all’anno, di cui 43% industriale e 57% civile; gli acquedotti industriali e civili sono lunghi rispettivamente 19 e 900 Km, con la rete di fognatura industriale pari a 40 km e delle fognature civili di 682 km. La gestione economica dei comparti industriale e civile è separata, come fossero due società diverse, mettendo a fattor comune le competenze tecniche.
Ing. Andrea Chiorboli Direttore Generale Acque del Chiampo
Abbiamo incontrato in sede l’Ing. Andrea Chiorboli, Direttore Generale Acque del Chiampo. “Abbiamo avviato diverse prove sperimentali, un progetto ambizioso che porterà ad una diminuzione della produzione di fanghi sia per via diretta, presso l’impianto di depurazione, sia in via indiretta, nelle aziende conciarie. Avremo almeno tre sperimentazioni che riguarderanno l’individuazione di idonei siti per il trattamento termico dei fanghi, procedura che porterà alla valorizzazione del residuo per produrre energia elettrica. La sperimentazione negli impianti pilota sarà effettuata in un contesto allargato su scala regionale, nazionale e internazionale. Nella seconda fase entreremo nel settore conciario vero e proprio, intervenendo nel ciclo produttivo per ridurre sia il carico di fango che arriva all’impianto, sia gli inquinanti pericolosi. Sperimenteremo la possibilità di riciclo del cromo, del calcinaio e la trasformazione di prodotti che adesso sono particolarmente inquinanti come i solfuri, principali responsabili degli odori, sostituendoli con altri prodotti meno impattanti. Inoltre verrà incrementato il recupero del pelo e, per ultimo, andremo ad identificare nuove vie per lo smaltimento esterno del rifiuto”. Sono stati inoltre avviati importanti interventi di miglioramento all’impianto di depurazione di Arzignano, per circa 30 milioni di euro entro il 2025: fra gli altri si segnalano la realizzazione di una nuova vasca di ossidazione, ed il successivo revamping delle attuali quattro vasche ottenendo impianti rinnovati e più efficienti dal punto di vista dei consumi energetici e con un maggior grado di affidabilità. La nuova vasca di ossidazione entrerà in funzione entro il 2022, mentre il ripristino delle altre vasche entro il 2025, per un costo complessivo pari a 15 milioni di Euro.
Particolarmente innovativo è il nuovo comparto di ozonizzazione in grado di abbattere ulteriormente la concentrazione di cromo e del carico inquinante in generale del refluo industriale e riducendo significativamente la colorazione dello scarico finale; i lavori sono già in corso e l’ultimazione è prevista entro il 2024, per complessivi 13,5 milioni di Euro.
La nuova vasca di omogeneizzazione, la numero 6, verrà utilizzata per trattare le acque di prima pioggia, come prescritto dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto, vale 4,8 milioni, con la previsione di entrata in esercizio entro il 2024.
Alessia Bevilacqua, sindaco di Arzignano
“Sono soddisfatta – aggiunge Alessia Bevilacqua, sindaco di Arzignano – , perché nel periodo autunnale del 2020 ho chiesto ad ACQUE DEL CHIAMPO di propormi un piano di innovazione e ricerca per una soluzione al problema dei fanghi. La risposta è per l’appunto questo Piano di Sperimentazione che si sostanzia in una ventina di punti da sviluppare e che riguardano sei questioni di fondo: la riduzione della quantità di fanghi, la riduzione del cromo, il recupero del pelo, la riduzione dei PFAS, la riduzione dei solfuri e l’allungamento della vita della discarica. Credo sia importante per il futuro dell’economia della nostra Valle e per quello del comparto della concia che ADC continui a lavorare sul piano del miglioramento dell’innovazione e della ricerca in sintonia con gli obiettivi che ci siamo dati”.
“La situazione attuale – dichiara il vicepresidente Guglielmo Dal Ceredo- vede la discarica n. 9 di ACQUE DEL CHIAMPO in via di esaurimento ed è l’ultima disponibile. Per questo è in via dielaborazione il progetto, già approvato dalla Regione Veneto, di ampliamento per circa 150 mila metri cubi che garantisce un allungamento della vita utile di questa discarica e di avere il tempo di concludere le sperimentazioni e sviluppare i progetti più significativi. Parallelamente a questo intervento sono state avviate diverse gare per lo smaltimento dei fanghi in siti diversi a livello nazionale ed internazionale e ridurre quindi i conferimenti nella nostra discarica di Arzignano”.
“C’è stato indubbiamente un cambio di passo in ACQUE DEL CHIAMPO – conclude Matteo Macilotti, consigliere delegato all’Ambiente della Provincia di Vicenza e sindaco di Chiampo – perché per la prima volta la società di Arzignano finanzia una serie importante di sperimentazione fatte a piè di fabbrica nell’annoso tema della depurazione e del riciclo dei fanghi. Per migliorare la qualità del fango bisogna togliere sostanze che sono presenti attraverso dei sistemi di recupero e queste sperimentazioni hanno l’obiettivo di migliorare la qualità del fango e di diminuirne la quantità. E’ un’operazione che ha un profondo valore da un punto di vista pratico, ma anche etico perché vedono il fango non solo come uno scarto ma anche come una sostanza da recuperare. Speriamo di mettere le sperimentazioni a sistema prima possibile”.
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