COS.T.A, Nuova rivoluzionaria linea di rifinizione

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Mariano Rovetti

COS.T.A., azienda di Montebello Vicentino, fondata nel 2000 da Mariano Rovetti, prosegue gli investimenti nel settore ricerca e sviluppo: le ultime novità presentate a luglio a ProssimaPelle.

“Abbiamo lanciato sul mercato un nuovo impianto di spalmatura, che è stato brevettato in quanto siamo sicuri della grande risposta che avrà sul mercato italiano e internazionale”.

A parlare, in occasione dell’evento ProssimaPelle, ospitato a metà luglio al Museo della Conceria di Santa Croce sull’Arno (Pisa), è Mariano Rovetti, Sales Manager della Costruzioni COS.T.A. di Montebello Vicentino (Vicenza), nel distretto di Arzignano. L’azienda veneta opera nel settore conciario, tessile e mobiliario ed è specializzata nella progettazione, realizzazione e installazione di linee e impianti completi per lavorazioni speciali quali spalmatura, goffratura, stampa, coagulazione, accoppiatura, nobilitazione di croste e pelli. La COS.T.A., il cui nome deriva dall’acronimo “Costruzioni per le Tecnologie Avanzate”, rappresenta una realtà produttiva di primo piano, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, per l’elevato contenuto tecnologico dei propri macchinari, che possono essere impiegati su un’ampia gamma di materiali, non solo pelli sintetiche, ma anche tessuti, carta, materie plastiche e altro ancora. “Siamo leader di mercato nella rifinizione conciaria – ci ha raccontato Rovetti, presente con il suo marchio alla rassegna toscana – ma continuiamo ad investire su nuovi modelli e lavorare su progetti innovativi. Nonostante il blocco causato dalla pandemia sanitaria è proseguito il lavoro di ricerca e sviluppo, concentrato in particolare su un innovativo progetto di spalmatura. Attraverso l’uso di stampi in silicone viene creato un film sottilissimo e personalizzato che garantisce performance eccezionali”. “Risulta molto adatto – precisa – per il settore automotive, non solo per gli interni ma anche per parte dell’auto sottoposte a forti sollecitazioni e sfregamenti quali volanti e braccioli. Questo sistema consente di eliminare anche il più piccolo difetto, che rappresenta il nostro obiettivo. Questo ciclo di lavoro, attraverso una linea di pressa a caldo, consente di migliorare la tenuta della rifinizione sulla pelle: si tratta di un passo in avanti notevole, che ha superato anche i test di una grande marca automobilistica mondiale come la Mercedes. L’altra grande esclusiva delle nuove linee e quella di poter lavorare pelli intere, di grandi dimensioni”.

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Di cosa si tratta in particolare? “In questo periodo stiamo realizzando la macchina più larga, il modello 3000, che consente di lavorare una pelle intera, fino alla misura di 180 x 3000 mm, e in grado di garantire un salto di qualità fondamentale anche in termini di produzione ed economicità. Anche in questo caso abbiamo depositato il brevetto, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale senza riserve. Ora stiamo proseguendo senza fretta, siamo convinti che questo macchinario sarà molto apprezzato: nel mercato mondiale, al momento nessuna azienda concorrente ha queste funzioni. Abbiamo già tre macchine sperimentali in funzione: una in Germania, una in Cina e una nel distretto di Arzignano, dove facciamo prove di lavorazione, che possiamo seguire da vicino”.

Che altri progetti state portando avanti in questi mesi di post lockdown? “Stiamo lavorando e collaborando anche con la Basf per realizzare un materiale sintetico, una microfibra che si presta perfettamente a lavorazioni di alta qualità. Per il resto il sistema TOP LEATHER, nome della nostra linea industriale, continua a darci buone soddisfazioni, al momento siamo in pieni di lavoro nonostante il periodo di lockdown. Questo nuovo sistema di rifinizione è di grande attualità, Le pelli pieno fiore di media o bassa qualità possono essere rifinite con tre fasi di lavorazione in continuo: finissaggio di alta tecnologia, spruzzo e calandratura a caldo, ritornando infine rifinite alla massima qualità. Le grandi concerie internazionali si contendono questa tecnologia, che ha aperto nuove frontiere negli orizzonti della calzatura e della pelletteria”.

In azienda come avete vissuto la fase del lockdown? “E’ stato un periodo duro per tutti però se lo si è usato per spendere un po’ di tempo in innovazione e ricerca, oltre che nella riorganizzazione all’interno degli stabilimenti, il vantaggio è stato reale. Noi i quasi tre mesi di stop li abbiamo utilizzati per mettere ordine nelle attività, come ad esempio destinare i reparti a certe lavorazioni, ma anche per organizzare corsi aziendali con l’obiettivo che ogni lavoratore sappia esattamente cosa fare. Alla fine dell’anno un calo di fatturato probabilmente lo registreremo anche noi, ma in un periodo così difficile, in cui molti imprenditori hanno dovuto lasciare a casa una parte dei dipendenti, siamo arrivati ad assumere altro personale, credo non ci siano molti altri casi. Gli ordini sono stati sospesi ma non cancellati, contiamo sulla ripresa nella seconda metà dell’anno, periodo nel quale siamo comunque coperti ugualmente a livello di commesse”.

Dal vostro osservatorio qual è la situazione a livello internazionale? “Siamo attenti a quanto succede nei mercati esteri, ma non è vero che tutto il mondo si è bloccato, in molti Paesi hanno continuato a lavorare. Questo ci ha portato a cercare nuovi clienti, magari in Stati dove la nostra presenza non era così capillare. Inoltre abbiamo approfittato per far arrivare i materiali e riempire i magazzini, in modo che appena ci è stato consentito, siamo ripartiti a pieno ritmo. Chi non usato questa strategia ha perso ulteriore tempo e in estate ha trovato difficoltà nel rimettersi in moto per mancanza di materie prime. La storia insegna che anche nei momenti critici c’è da trarre qualche vantaggio, speriamo che l’Europa o lo Stato garantiscano gli aiuti finanziari alle aziende”.

Ultima domanda: è fiducioso sul futuro legato alla ripresa economica? “Noi siamo un’azienda sana e ce la caviamo, ma è necessario che resti in salute l’intero settore conciario, la chiusura di eventuali aziende, magari nostri fornitori, rischia di rappresentare uno svantaggio generale. Nessuno gode se la concorrenza chiude, io non sono preoccupato per la COS.T.A. ma per la filiera completa, è fondamentale che tutti riprendano. Da imprenditore, ma soprattutto da cittadino, ritengo che la soluzione definitiva sarà la scoperta di un vaccino, questa rappresenta un’epidemia globale”. www.costaimpianti.com