TheOneMilano salone dell’haut-à-porter continua a raccontare le sue edizioni con progetti mirati a individuare modelli di sviluppo per il business dei propri clienti.
Nell’ultima edizione con un’offerta di 120 collezioni italiane e straniere ha registrato oltre 3.700 buyer professionali, di cui il 40% esteri. Numeri in linea con l’appuntamento di settembre 2018, sebbene si evidenzi un cambiamento: meno visitatori da Francia e Germania, con una flessione del 2%, crescita a doppia cifra degli operatori provenienti da Spagna e Gran Bretagna. Il Sudest asiatico si conferma invece un’area strategica di riferimento commerciale. Ora si guarda all’appuntamento di febbraio 2020 in programma dal 20 al 23 nei padiglioni 3 e 4 di FieraMilano City. Elena Salvaneschi, ceo della manifestazione, ci racconta come sarà l’evoluzione di una fiera che è e rimane di nicchia, e che individua, in ogni edizione, modelli di sviluppo per il business dei propri clienti.

Elena-Salvaneschi, TheOneMilano’s CEO
Elena Salvaneschi, quali sono, alle luce degli ultimi risultati, le idee in cantiere per dare ulteriore slancio alla formula di TheOneMilano? Le idee in cantiere sono molte e agiscono su più linee di sviluppo: stiamo rivedendo il layout del salone, con un progetto firmato da un team di architetti e scenografi di grande nome che sveleremo al più presto. Lo scopo di questa rivisitazione non è solo estetico: stiamo lavorando sul piano funzionale, per consentire ai buyer percorsi di visita sempre più semplici e suddivisi per aree d’interesse. Stiamo pensando alla valorizzazione del “saper fare manuale” delle nostre aziende, che è intrinseco nel prodotto ma poco raccontato: una cucitura perfetta, una finitura sartoriale sulla maglieria, un intarsio nella pellicceria, un ricamo sulla pelle sono il dettaglio che fa la differenza tra una produzione haut-à-porter e una più commerciale. Daremo spazio alle aziende dei giovani, in una sorta di tutoring per garantire il futuro del comparto moda: lo abbiamo sempre fatto, ma i nostri progetti stanno diventando ogni volta più mirati. Amplieremo gli strumenti a disposizione degli espositori, che vanno da campagne di influencer marketing a carico del salone (ma con il prodotto dei suoi espositori) al web marketing sui social, una “colab” già attiva che sarà tuttavia incrementata tra la nostra Organizzazione e le aziende che credono in noi.
TheOneMilano è un evento nato nel 2017 dall’unione di Mifur (pellicceria), e Mipap (prêt-à-porter). Che cosa è stato salvato e valorizzato della ricetta dei due precedenti saloni? La volontà di dare spazio e voce a collezioni concrete, vicine al mercato e capaci di interpretare i bisogni ma anche i sogni di un consumatore che deve gestire un momento economicamente non certo facile.
In che modo TheOneMilano continua oggi a dar voce alle proposte del mondo della pellicceria? La pellicceria è nel nostro DNA e continueremo a esprimerla presentandola secondo i suoi veri valori. È un prodotto naturale controllato e certificato, frutto di una filiera tracciata e garantita. È una materia prima per la moda che offre soluzioni creative e funzionali come poche altre sanno dare.
TheOneMilano ha allineato le date di svolgimento con il calendario della Milano Fashion Week. Qual è il ruolo del salone dell’haut-à-porter sul palcoscenico internazionale della moda? Lavorare durante la settimana della moda è stimolante ma non facile: gli appuntamenti sono tantissimi, i buyer sono costretti a correre tra sfilate, fiere e showroom in un tour de force veramente impegnativo. Ciò nonostante il nostro salone ha il suo spazio preciso, anche grazie al lavoro costante con ICE Agenzia, che ci affianca nell’incoming buyer da tutto il mondo. Per l’edizione appena trascorsa abbiamo acceso una partnership con CBI-Camera Buyer Italia che ha aperto il colloquio con i negozi dalle più belle vetrine d’Italia. Questa partnership ha dato ottimi risultati e contiamo sia la base per costruire alleanze che si sviluppino nel tempo. Inoltre l’hashtag scelto è stato #facciamosistema: noi crediamo molto nello stare insieme, nel trovare linguaggi collettivi che, pur rispettando le individualità, lancino nel mondo un messaggio unico e chiaro, quello del sistema moda italiano.
Quali sono le parole chiave che hanno risuonato tra gli stand dell’ultima edizione di TheOneMilano e che hanno maggiormente attirato l’attenzione dei buyer? Quelle che combaciavano con i percorsi d’acquisto proposti: l’attenzione per le nuove estetiche, che sottolineano che bello non è solo il mondo patinato di modelle e modelli, ma anche quello di una nuova normalità che non significa proposte anonime o piatte. Il mantra della sostenibilità. La ricerca del Seasonless, cioè di quelle collezioni non legate a una stagionalità precisa, ma capaci di essere indossate in ogni periodo dell’anno: d’altra parte chi di noi fa più il cambio completo dell’armadio con il passare delle stagioni?
Qual è il messaggio dato agli espositori dalla piattaforma AlwaysOnShow e quanto ritiene che tale piattaforma sia efficace, rispetto al contatto diretto, nel trasmettere i valori di una marca? AlwaysOnShow è una piattaforma che facilita il contatto tra azienda e compratore per 12 mesi all’anno, 7 giorni su 7 e per 24 ore al giorno. Più che trasmettere i valori di una marca trasmette informazioni sui prodotti e sono le informazioni che cerca il buyer, vale a dire i materiali, la cartella colori, il prezzo, i tempi di consegna e simili. Suggerisce anche abbinamenti tra pezzi diversi per comporre i look. L’edizione di settembre ha portato su www.alwaysonshow.com più di 1.100 prodotti. I buyer che hanno accesso al sistema sono certificati dalla nostra Segreteria, in modo da garantire all’espositore che l’accredito è fatto solo da professionisti. Poi il rapporto commerciale è in mano alle aziende e ai compratori, come deve essere: noi siamo solo facilitatori. www.theonemilano.com